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“Inchiodarli alle loro responsabilità”: il piano legale di Giulia Bongiorno a sostegno di Beatrice Venezi



La nomina di Beatrice Venezi a direttore musicale del teatro La Fenice di Venezia ha scatenato un’ondata di polemiche che non accennano a placarsi. Scelta dal sovrintendente Nicola Colabianchi, la musicista di 35 anni è stata immediatamente oggetto di critiche da parte del fronte progressista, che ha messo in discussione le sue capacità professionali e il suo curriculum. Tuttavia, le controversie che circondano la sua nomina sembrano avere radici più profonde, legate a questioni politiche piuttosto che artistiche.



Venezi, che preferisce essere chiamata “direttore” piuttosto che “direttrice”, ha reagito a queste polemiche con fermezza, decidendo di affidarsi all’avvocata Giulia Bongiorno, una penalista di lunga esperienza e presidente della commissione Giustizia del Senato. La Bongiorno è nota per il suo impegno nella difesa dei diritti delle donne e per il suo contributo alla creazione del “codice rosso” contro la violenza di genere. In un contesto di attacchi personali e minacce di morte, Venezi ha dichiarato: “Di fronte ad attacchi tanto violenti quanto infondati, i sacrifici quotidiani compiuti per costruire il mio percorso professionale e il rigore che mi ha sempre ispirato mi impongono di conferire mandato all’avvocato Bongiorno affinché valuti le azioni giudiziarie contro coloro che non hanno esitato a diffondere gravissime falsità sul mio conto.”

Il Corriere della Sera ha riportato in anteprima i punti chiave della strategia difensiva che Bongiorno intende adottare. La legale intende distinguere tra critiche legittime e odio organizzato, affermando: “Le critiche vanno bene se basate su fatti oggettivi. Ma qui, tante volte, mi sembra che si parta da forti pregiudizi. E siccome si è andati molto, ma molto oltre, valuteremo anche i danni.” Inoltre, Bongiorno ha messo in evidenza una dinamica preoccupante che si verifica quando a una donna viene affidato un incarico di prestigio, specialmente se non appartiene a un orientamento politico di sinistra. “Quando certi incarichi vengono dati a una donna si verificano sempre reazioni. E se poi non è di sinistra apriti cielo. Quindi si è scatenata una guerra, suo malgrado, fra giornali di un lato e dell’altro,” ha sottolineato.

Un altro aspetto importante della strategia difensiva di Bongiorno riguarda l’eco internazionale che le polemiche hanno ricevuto. “Lei è sempre in giro per il mondo a fare concerti. Avrebbe volentieri ignorato le polemiche, ma sono arrivate a grandi testate internazionali come il New York Times. E tutto questo non lo possiamo trascurare. Quindi invito a usare toni pacati e a fermare questa campagna denigratoria,” ha spiegato l’avvocata, evidenziando l’impatto negativo che la situazione potrebbe avere sulla reputazione di Venezi a livello globale.

Beatrice Venezi, diplomata in pianoforte e composizione a Siena e in direzione d’orchestra con il massimo dei voti al conservatorio Verdi di Milano, ha accumulato esperienze significative nel campo musicale. Tuttavia, la sua nomina ha sollevato un coro di contestazioni, tra cui l’accusa di essere stata scelta da Fratelli d’Italia per la sua presunta affiliazione politica. Inoltre, un gruppo di novanta professori d’orchestra e lavoratori del teatro ha votato all’unanimità per richiedere la revoca della sua nomina, giudicando il suo curriculum inadeguato.

Nonostante le critiche, Venezi ha dimostrato di essere una persona resiliente. “È una tosta,” ha affermato Bongiorno, aggiungendo che Venezi non ha mai cercato di intimidire chi la critica. Tuttavia, gli attacchi che ha subito sono stati descritti come “feroci e ingiustificabili.” Tra le contestazioni più aspre, tre musicisti del Politeama hanno redatto una lettera aperta dopo un concerto, sostenendo che Venezi non avesse l’esperienza necessaria per ricoprire il suo nuovo ruolo.

La difesa di Venezi si propone di affrontare non solo le ingiustizie personali che ha subito, ma anche di affrontare una questione più ampia: la difficoltà per le donne di affermare la propria professionalità senza dover affrontare attacchi personali e campagne d’odio. Bongiorno ha chiarito che la situazione di Venezi rappresenta un banco di prova per tutte le donne che cercano di affermarsi in ambiti dominati dagli uomini.



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