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Inizia l’incidente probatorio per il delitto di Garlasco: metà delle impronte è stata esaminata, la traccia 10 non contiene sangue. Le analisi proseguono.



Si è svolta lunedì 17 giugno la prima giornata dell’incidente probatorio sul delitto di Garlasco, che vede protagonisti i periti genetici e dattiloscopisti incaricati di riesaminare i reperti della scena del crimine. L’udienza preliminare ha segnato l’avvio di una complessa serie di analisi che culmineranno con la relazione finale prevista per il 24 ottobre. 



Durante la mattinata gli operatori della Polizia scientifica hanno proceduto al prelievo del DNA dei consulenti presenti, per prevenire contaminazioni da parte del personale tecnico, posizionato vicino ai reperti, mentre gli avvocati seguivano l’esame da retrovie, separati da vetri. 

Secondo quanto dichiarato a Fanpage.it dal consulente di parte Marzio Capra: “già nella giornata di oggi si è iniziato a fare i campionamenti per metà delle impronte, il resto lo faremo giovedì”. Dei 30 supporti da analizzare, ne sono stati esaminati 18, restano 12 impronte da valutare nelle prossime ore. Il risultato principale del primo giorno: nessuna traccia di sangue su alcuna delle impronte prese in esame, inclusa la cosiddetta traccia numero 10. 

La traccia 10, isolata nel 2007 sulla superficie interna del portone d’ingresso della villetta di via Pascoli e mai attribuita a nessuno, era tra le più rilevanti per le dinamiche investigative: l’ipotesi accusatoria prevedeva che l’assassino, entrando nella casa dopo il delitto, potesse aver lasciato impronte contaminate dal sangue. L’assenza di sangue su questa traccia ridimensiona tale ipotesi. L’analisi sarà comunque replicata su richiesta della difesa di Alberto Stasi. 

Un interessante dettaglio tecnico riguarda il materiale utilizzato. Non sono state impiegate le classiche fascette para-adesive, bensì fogli trasparenti di acetilato: rispetto ai primi, meno efficaci nel preservare le impronte, ma comunque idonei per la lettura e l’uso investigativo. 

Ulteriori sviluppi emersi: dell’impronta 33, rilevata originariamente sul muro delle scale e attribuita di recente ad Andrea Sempio, non è stata rinvenuta l’intonaco repertato nel 2007, oggi non più disponibile nei plichi. Ciò rende al momento impossibile ripetere gli esami su quel reperto. 

Nel corso dell’incidente probatorio sarà inoltre prevista l’analisi della cosiddetta “spazzatura” raccolta sul luogo, insieme a eventuali ulteriori reperti conservati. La giornata conclusiva degli esami è fissata per giovedì 19 giugno, quando verranno catalogate le impronte ancora da esaminare. 

Le verifiche successive coinvolgeranno sia la genetista Denise Albani sia il dattiloscopista Domenico Marchigiani, nominati perizie su incarico del giudice. Avranno diversi mesi di tempo per completare le valutazioni tecniche e fornire al tribunale una relazione definitiva. 


Situazione attuale in sintesi

  • Obiettivi: analisi su 30 supporti, 18 già esaminati, restano 12 per giovedì.

  • Esiti preliminari: nessuna traccia ematica individuata, anche su reperti considerati rilevanti.

  • Implicazioni: l’impronta 10 perde di valore come possibile indizio dell’aggressore; difesa di Stasi annuncia assenza di elementi per collegarla.

  • Scenari aperti: impossibilità di ripetere l’esame sulla traccia 33 a causa della scomparsa dell’intonaco originale.

  • Prossimi passi: analisi integrate su altri reperti, relazione finale in autunno.

Con queste prime verifiche, l’incidente probatorio avanza un quadro indiziario più definito, anche se non particolarmente favorevole all’accusa in assenza di conferme ematiche. Il prosieguo delle analisi nei prossimi giorni sarà essenziale per stabilire se emergano elementi nuovi, o se la difesa e l’accusa dovranno muoversi entro confini investigativi più ristretti.



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