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La nave umanitaria Madleen, parte della Freedom Flotilla, è stata sequestrata in acque internazionali dalle forze israeliane. A bordo, l’attivista Greta Thunberg e aiuti per Gaza



La Freedom Flotilla, che trasportava aiuti umanitari verso la Striscia di Gaza, è stata intercettata e sequestrata dalle forze israeliane mentre navigava in acque internazionali. L’imbarcazione, denominata Madleen, aveva a bordo 12 attivisti, tra cui l’ambientalista Greta Thunberg e l’europarlamentare Rima Hassan, oltre a un carico di latte in polvere, alimenti e forniture mediche destinati alla popolazione di Gaza. L’equipaggio ha denunciato l’episodio come un “attacco criminale”, sottolineando l’illegalità dell’azione secondo il diritto internazionale.



La Madleen era partita da Catania il primo giugno, pochi giorni dopo che un’altra nave della Flotilla, la Conscience, era stata attaccata da droni in acque internazionali vicino a Malta. L’obiettivo della missione era attirare l’attenzione sul blocco imposto da Israele a Gaza e fornire aiuti essenziali alla popolazione locale. Tuttavia, il viaggio si è concluso con un intervento delle forze israeliane che hanno abbordato la nave e sequestrato sia l’equipaggio che il carico.

Secondo quanto riportato da Simone Zambrin, membro della Flotilla, la situazione si è aggravata nella notte tra domenica e lunedì. “I droni hanno iniziato a sorvolare la Madleen a bassa quota, spruzzando una sostanza bianca non identificata sulla nave”, ha spiegato Zambrin. Poco dopo, alcune imbarcazioni si sono avvicinate alla nave, facendo temere un imminente abbordaggio. “Tra le 2:30 e le 3 del mattino, l’esercito israeliano ha contattato il capitano della Madleen e una delle loro navi ha speronato l’imbarcazione”, ha aggiunto.

L’equipaggio della Madleen ha descritto l’abbordaggio come un atto illegale. “La nave si trovava in acque internazionali, quindi l’intervento costituisce una violazione delle leggi internazionali sulla navigazione e del Trattato di Ginevra”, ha dichiarato Zambrin. “Si trattava di una missione umanitaria, e il sequestro del carico e dell’equipaggio rappresenta un grave abuso”.

Dopo l’intervento, Israele ha portato la nave al porto di Ashdod. Le comunicazioni con l’equipaggio sono state interrotte, presumibilmente a causa dell’interferenza israeliana con i sistemi tecnologici di bordo. “Sappiamo che l’equipaggio è stato trasferito ad Ashdod e ci aspettiamo che venga trattenuto per ore o giorni prima di essere deportato nei rispettivi paesi”, ha concluso Zambrin.

La richiesta degli attivisti è chiara: una condanna esplicita da parte dei governi europei per quello che definiscono un attacco ingiustificato contro una missione pacifica. “Israele non ha il diritto legale di trattenere volontari internazionali o confiscare aiuti umanitari”, ha dichiarato l’equipaggio in una nota ufficiale.

L’episodio ha attirato l’attenzione internazionale, anche grazie alla presenza di figure note come Greta Thunberg, che si trovava a bordo per sostenere la causa della Freedom Flotilla. La giovane attivista svedese non ha rilasciato dichiarazioni immediate dopo il sequestro, ma la sua partecipazione alla missione potrebbe aumentare la pressione mediatica sull’accaduto.

La Freedom Flotilla è nota per le sue iniziative volte a rompere il blocco imposto da Israele su Gaza. Tuttavia, queste missioni sono spesso ostacolate da interventi militari che sollevano interrogativi sulla legittimità delle azioni israeliane in acque internazionali. L’attacco alla Madleen segue un modello già visto in passato, con navi sequestrate e attivisti detenuti o deportati.

L’incidente evidenzia ancora una volta la complessità del conflitto israelo-palestinese e le difficoltà incontrate dalle organizzazioni umanitarie nel tentativo di fornire assistenza a Gaza. Mentre i governi europei valutano come rispondere all’episodio, gli attivisti della Freedom Flotilla chiedono un’azione decisa per garantire il rispetto del diritto internazionale e la protezione delle missioni umanitarie.



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