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“La volevate voi, ora pagate!” Sfiducia alla Megera, Conte bersaglio degli insulti! Prova a smarcarsi, ma il popolo non perdona il suo appoggio



Il Movimento 5 Stelle è di nuovo nel mirino per il suo voto decisivo al Parlamento europeo: fu determinante per eleggere Ursula von der Leyen nel 2019, e oggi pagherebbe le conseguenze di quella scelta.



La mozione di sfiducia contro Ursula von der Leyen, promossa dall’eurodeputato romeno di estrema destra Gheorghe Piperea, è stata bollata dal Movimento 5 Stelle come un regolamento di conti interno alla destra. Nel comunicato ufficiale si legge che “la mozione di censura a Ursula von der Leyen è chiaramente un regolamento di conti interno alla destra” e che “configure a soppressione del Parlamento” sul riarmo e sul silenzio di Bruxelles rispetto a Gaza. Pur “non condividendo i valori della maggioranza dei firmatari”, i pentastellati confermeranno il “voto di sfiducia”: “per noi era sfiducia un anno fa ed è sfiducia oggi”.

Tuttavia, online si è scatenata una valanga di accuse contro il Movimento. Su X, gli utenti infuriati ricordano che von der Leyen fu eletta proprio grazie all’appoggio determinante del M5S nel 2019, in aperta rottura con l’alleanza di governo con la Lega e in contrasto con l’accordo di coalizione. Commenti accesi recitano:

“Ma state parlando della stessa von der Leyen che avete contribuito a fare eleggere voi?”

“Questa è lì per colpa vostra. Ricordatelo.”

“l’avete votata voi, pezzi di merda.”

L’ira è in particolare rivolta a Giuseppe Conte, oggi leader dei Cinque Stelle, accusato di aver reso possibile la salita al potere della presidente della Commissione europea, incoraggiando così la sua carriera europea nonostante le divisioni interne al M5S.

La stessa mozione di sfiducia, pur ritenuta politicamente destinata a fallire, ha aperto un confronto nel Parlamento europeo. La presidente von der Leyen ha definito l’iniziativa “presa dal manuale più antico degli estremisti, polarizzando la società”, accusando i promotori di voler “riscrivere la storia” della gestione europea della pandemia  . Ha inoltre dichiarato:

“We can never let extremists rewrite history.” 

Il dibattito ha messo in luce malumori dentro il centro-sinistra europeo, preoccupato dall’alleanza fra von der Leyen, il PPE e forze populiste sui dossier migratori e ambientali  . I gruppi Socialista, Verde e Liberale hanno espresso sostegno ma avvertito la Commissione di non tradire i valori pro-europei: “Non daremo un solo voto a chi vuole distruggere l’UE”, ha affermato la socialista Iratxe García Pérez  .

In Italia, la vicenda riporta i riflettori su Conte e il M5S. Gli oppositori lo accusano di opportunismo politico: pur denunciando oggi la “sorpresa” per il voto di sfiducia, fu proprio il loro sostegno nel 2019 a garantire la composizione dell’esecutivo europeo guidato da von der Leyen. D’altra parte, nella narrazione pentastellata questo voto sarebbe frutto di una scelta di coerenza istituzionale, non di un atto propagandistico verso l’interno.

A livello istituzionale, la sfiducia sarà votata giovedì in Aula: è richiesta una maggioranza di due terzi per essere respinta – risultato considerato probabile, grazie al sostegno dei grandi gruppi pro-europei  .

Resta però fragorosa la contraddizione: chi oggi attacca von der Leyen, le stesse forze l’hanno resa presidente. E nell’urna, ricordi e responsabilità sembrano difficili da cancellare.



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