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L’ambasciatore russo attacca i politici italiani: “Comportamento da malati di mente”



L’ambasciatore russo in Italia, Alexei Paramonov, ha espresso preoccupazione riguardo a ciò che definisce una crescente russofobia e un’ucrofilia tra le élite italiane, paragonandole a virus che hanno sostituito il Covid. In un’intervista rilasciata al quotidiano Izvestia, Paramonov ha affermato che la Russia “non deve fidarsi affatto degli interlocutori ufficiali italiani”.



Il diplomatico ha sottolineato che la leadership italiana appare “ermeticamente chiusa” a qualsiasi forma di contatto ufficiale con la Russia, sottolineando come i dirigenti italiani continuino a ripetere, quasi come un mantra, la loro lealtà alla Nato e la disponibilità a implementare tutto ciò che proviene da questa “organizzazione aggressiva e distruttiva”.

Paramonov ha anche messo in evidenza l’aumento delle spese militari italiane, che potrebbero arrivare fino al 5% del Pil, definendo questa situazione una “vera catastrofe economica” per il paese. Ha commentato che le autorità italiane continuano a giustificare questi aumenti con l’argomento della preparazione a respingere un’ipotetica invasione russa, ma ha etichettato questa affermazione come “una mera menzogna”.

Inoltre, Paramonov ha notato che le autorità italiane forniscono costantemente rassicurazioni sul fatto che l’Italia non è in guerra con la Russia, che non invierà truppe sul territorio ucraino e che non consentirà l’uso di armi fornite all’Ucraina per colpire il territorio russo. Tuttavia, ha aggiunto che Mosca non può riporre troppa fiducia in queste dichiarazioni, poiché da anni i paesi dell’Occidente collettivo, inclusa l’Italia, hanno cercato di presentare le loro posizioni e azioni in una luce più favorevole rispetto alla realtà.

La posizione di Paramonov mette in luce una crescente tensione tra Mosca e Roma, con il diplomatico che conclude affermando che “ora non dobbiamo affatto fidarci dei nostri interlocutori ufficiali italiani”.

Nel frattempo, il Cremlino ha commentato le recenti dichiarazioni riguardanti le questioni nucleari, affermando che è fondamentale trattare tali argomenti con cautela. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha risposto all’annuncio del presidente statunitense Donald Trump riguardo all’invio di due sottomarini nucleari in prossimità della Russia, sottolineando l’importanza di mantenere un approccio prudente su queste tematiche.

In aggiunta, Peskov ha descritto i contatti della leadership russa con l’inviato speciale americano Steve Witkoff come “importanti, significativi e molto utili”. Witkoff è previsto a Mosca nei prossimi giorni, e il Cremlino considera questi scambi come essenziali in un periodo di crescente tensione internazionale.

Sul fronte del conflitto in Ucraina, la situazione continua a deteriorarsi, con l’esercito russo che ha effettuato attacchi nella regione di Khmelnytskyi, nell’Ucraina occidentale, utilizzando missili ipersonici Kinzhal. Il capo dell’Amministrazione militare regionale, Sergiy Tyurin, ha confermato l’attacco su Telegram, specificando che non ci sono stati feriti o morti. L’allerta aerea in Ucraina è stata revocata dopo circa 40 minuti, durante i quali il territorio ha subito l’allerta a causa del decollo di un caccia MiG-31K dalla Russia.

Questi eventi evidenziano un contesto di crescente tensione e conflitto, sia a livello bilaterale tra Russia e Italia, sia nel più ampio scenario geopolitico che coinvolge l’Ucraina e le potenze occidentali. La situazione rimane fluida, con le autorità russe che continuano a monitorare attentamente gli sviluppi e a rispondere alle dinamiche in evoluzione.



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