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“Le parole sul Natale” di Ilaria Salis scatenano un’ondata di insulti: l’ennesima uscita infelice



L’europarlamentare Ilaria Salis, rappresentante di Alleanza Verdi e Sinistra italiana, ha suscitato un acceso dibattito sui social media a causa di un post pubblicato su X, in cui condivide la sua esperienza di detenzione e riflette sul significato del Natale. Nel suo messaggio, Salis scrive: “Natale in carcere, non è Natale. Due anni fa – come racconto nel mio libro Vipera – ero sepolta viva in quella maledetta prigione, ed è stato uno dei periodi più duri. Oggi, grazie all’energia della solidarietà, posso trascorrere le feste da donna libera, temporaneamente al riparo dalla persecuzione del regime più fascista d’Europa.”



La polemica è esplosa soprattutto a causa di un passaggio in cui Salis esprime il suo pensiero per coloro che si trovano attualmente in prigione, affermando: “Un pensiero affettuoso a chi si trova adesso in prigione, e ai loro cari. La solidarietà è la nostra forza, la solidarietà è vita.” L’ex insegnante brianzola era stata detenuta in Ungheria con l’accusa di aver aggredito alcuni neonazisti durante il Giorno dell’Onore a Budapest.

A corredo del suo post, Salis ha incluso alcuni estratti del suo libro autobiografico, scritti durante il periodo natalizio in prigione. In queste righe, descrive la desolazione della vita carceraria: “Nessuna attività di alcun tipo, non una tombola, nulla che possa vagamente ricordare il Natale. Nessuna decorazione, nemmeno una luce che illumini il corridoio buio. Niente di niente, solo la routine, interrotta dal suono metallico delle chiavi nelle serrature.” Inoltre, ha evidenziato come il personale penitenziario fosse in ferie, limitando ulteriormente le sue possibilità di comunicazione con la famiglia.

Tuttavia, il post ha scatenato una reazione negativa da parte di molti utenti, che hanno criticato il modo in cui Salis ha affrontato la questione. Un commento che ha ricevuto particolare attenzione recita: “Libera senza avere avuto il coraggio di affrontare il processo per dimostrare la sua innocenza.” Altri utenti hanno espresso la loro indignazione, affermando che sarebbe stato più appropriato dedicare pensieri alle famiglie delle vittime di crimine piuttosto che ai detenuti. “A Natale sarebbe più corretto pensare alle famiglie delle vittime che per colpa di quei delinquenti detenuti in prigione non hanno più un caro in famiglia che festeggi con loro il Santo Natale,” ha scritto un utente, mentre un altro ha sottolineato: “Mai un pensiero affettuoso alla gente onesta, povera, con stipendi da fame, anziani soli, etc. di questi non ti frega nulla, non fanno ‘notizia’ negli ambienti che frequenti…”

Questa reazione ha messo in luce le profonde divisioni di opinione riguardo alla giustizia e alla solidarietà, soprattutto in un contesto in cui il Natale è tradizionalmente un momento di riflessione e di attenzione verso i più vulnerabili. La scelta di Salis di esprimere solidarietà verso i detenuti ha sollevato interrogativi su cosa significhi realmente la solidarietà e su chi meriti di riceverla.

La polemica ha anche riacceso il dibattito più ampio sulla condizione carceraria e sui diritti dei detenuti. Molti sostenitori della riforma penale hanno evidenziato l’importanza di considerare le esperienze umane anche all’interno del sistema carcerario, mentre i critici hanno avvertito che tali affermazioni possono sembrare insensibili per coloro che hanno subito danni a causa di crimini.

In questo contesto, Ilaria Salis ha trovato un terreno fertile per il dibattito, ma ha anche attirato critiche che potrebbero avere ripercussioni sulla sua immagine pubblica e sulla sua carriera politica. La sua esperienza personale, pur essendo significativa, ha sollevato domande su come le figure pubbliche affrontino temi delicati come la giustizia e la solidarietà, e su come queste affermazioni possano essere interpretate dalla società.



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