Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha dichiarato di non essere stato preventivamente informato dell’esecuzione dello sfratto del centro sociale Leoncavallo, avvenuto la mattina del 21 agosto. Nonostante una riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza si sia svolta in prefettura, Sala ha affermato che durante l’incontro non è stata menzionata alcuna operazione di sfratto. “In quella sede non è stato fatto cenno ad alcuno sfratto esecutivo del centro sociale Leoncavallo,” ha dichiarato, sottolineando che “per un’operazione di tale delicatezza, al di là del Comitato, c’erano molte modalità per avvertire l’Amministrazione milanese.”
La notizia dello sfratto è stata comunicata a Sala dal prefetto Claudio Sgaraglia tramite una telefonata. Il sindaco ha ribadito l’importanza del Leoncavallo, definendolo “un valore storico e sociale nella nostra città.” Ha aggiunto: “A mio parere, questo centro sociale deve continuare ad emettere cultura, chiaramente in un contesto di legalità.”
Le reazioni politiche allo sfratto sono state contrastanti. Da un lato, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha accolto l’operazione come un segnale di “fine dell’illegalità,” sostenendo che “per trent’anni quell’immobile è stato occupato abusivamente.” Piantedosi ha inoltre sottolineato che il governo ha una “linea chiara: tolleranza zero verso le occupazioni abusive,” citando il risarcimento di 3 milioni di euro richiesto dallo Stato all’associazione Mamme del Leoncavallo.
Sala ha espresso la sua irritazione per non essere stato avvisato. “Ieri ero a Palazzo Marino, impegnato in incontri di lavoro. Ho delegato il vicecomandante della polizia locale in mia rappresentanza a partecipare al Comitato per l’Ordine e la Sicurezza,” ha spiegato. “In quella sede non è stato fatto cenno ad alcuno sfratto esecutivo del centro sociale Leoncavallo.” Ha quindi sottolineato che l’intervento era previsto per il 9 settembre, e che il Comune stava continuando il dialogo con i responsabili del centro per garantire la legalità delle loro attività.
Il centrodestra ha accolto lo sfratto con soddisfazione. Matteo Salvini, segretario della Lega e ministro delle Infrastrutture, ha dichiarato: “Decenni di illegalità tollerata, e più volte sostenuta, dalla sinistra: ora finalmente si cambia.” La vice segretaria della Lega, Silvia Sardone, ha invitato il Comune a non concedere spazi pubblici con “bandi di favore” al Leoncavallo. Anche Alessandro De Chirico, consigliere comunale di Forza Italia, ha definito la giornata come “una festa per il quartiere di Greco finalmente liberato.”
In contrasto, le reazioni a sinistra sono state di forte opposizione. Laura Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra, ha descritto lo sfratto come “un’operazione di regime,” esprimendo solidarietà per coloro che hanno reso il centro un punto di riferimento culturale. Francesca Cucchiara, consigliera comunale di Europa Verde, ha definito l’operazione “un gesto vile e codardo,” lamentando l’assenza di preavviso e sottolineando l’importanza del Leoncavallo per la comunità.
Giuseppe Roccisano, segretario di Sinistra Italiana a Milano, ha criticato la tempistica dello sfratto, affermando che “sgomberare 50 anni di storia della città in pieno agosto e senza alcun preavviso si traveste da prova di forza ma è un atto di debolezza e viltà.” Ha promesso di lavorare affinché si trovi una nuova sede per il Leoncavallo, mentre Cucchiara ha offerto la nuova sede dei Verdi come spazio temporaneo per le attività del centro.
Infine, il Partito Democratico ha attaccato il governo, con Alessandro Capelli, segretario milanese, che ha dichiarato: “Il Leoncavallo è stato un tassello importante della storia di Milano.” Ha criticato Piantedosi e Salvini, definendoli “i ministri della legalità a targhe alterne,” e ha chiesto un approccio trasparente per il futuro del Leoncavallo.
Le divergenze politiche su questo tema evidenziano le tensioni in corso tra le diverse fazioni riguardo alla gestione degli spazi sociali e culturali a Milano, mentre la questione del Leoncavallo continua a essere al centro del dibattito pubblico.



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