Il racconto dell’atleta, portacolori delle Fiamme Azzurre e fresca campionessa, è stato diffuso inizialmente a Tuttobiciweb e poi rilanciato sull’account Instagram della stessa: “Oggi è successo qualcosa di davvero incredibile… Non ci volevo credere. Una macchina dell’organizzazione con a bordo la giuria mi ha tamponato da dietro in discesa, mi ha ‘tirato dentro’”. Ha poi aggiunto: “Mi avrà fatto fare dieci metri agganciata… grazie a Dio non sono caduta ma ho provato tanta paura e addio gara” . Aggiunge che la bici ha riportato la rottura di due raggi e del cambio, ma fortunatamente lei è rimasta in sella.
Paternoster ha poi lanciato un appello, visibile nelle storie, in cui sottolinea la necessità di affidare la gestione delle corse a personale competente, ribadendo che “a rischio ci sono vite umane” .
Replica immediata dalla giuria, contattata da Tuttobiciweb: un membro a bordo del veicolo contesta duramente la versione dell’atleta, affermando che “non è assolutamente successo quello che l’atleta delle Fiamme Azzurre ha riportato: la ragazza non è stata trascinata” (). La ricostruzione della giuria è che, dopo una caduta avvenuta pochi istanti prima (dell’atleta Vittoria Guazzini), la vettura ha provato a superare sulla destra in una zona confusionaria. In uscita da un tornante, la ciclista avrebbe frenato e la macchina l’avrebbe solo sfiorata: “Se le cose fossero andate diversamente lei sarebbe caduta” .
Proseguendo, il giudice riferisce che nessun trascinamento è avvenuto e che, subito dopo la curva, la ciclista ha gridato all’autista: “Sei tu che mi hai inc**o?”. L’autista si è scusato e la controversia sembrava chiusa .
L’episodio si inserisce in un contesto già segnato da tensioni: qualche istante prima, Vittoria Guazzini era caduta rovinosamente in discesa provocando caos nel gruppo e nella carovana dell’organizzazione. Guazzini, all’ospedale con fratture multiple e contusioni, fortunatamente salvo, ha commentato sui social: “Sono stata davvero fortunata” .
Contesto agonistico – La prova in linea femminile faceva parte dei Campionati italiani su strada, storicamente sede di scontri tecnici e attese elevate. Alla vigilia, data la complessità del percorso, era previsto un alto rischio di cadute e problemi tecnici, specialmente nel tratto di discesa che ha tradito Guazzini e, subito dopo, coinvolto indirettamente Paternoster ().
Qual è la verità? Restano tre elementi accertati: Paternoster ha dichiarato di essere stata tamponata e strascinata per circa dieci metri, con danni alla bici ma senza caduta; la giuria smentisce categoricamente il trascinamento, parlando di un semplice “sfioramento” dovuto a frenata improvvisa; infine, l’autista dell’auto chiarisce di essersi scusato, con la vicenda apparentemente conclusa sul posto.
Ora l’attenzione si concentra su eventuali riprese video o testimonianze terze, che possano ricomporre le dinamiche effettive in modo oggettivo.
Questo scontro tra versione dell’atleta e difesa del Comitato solleva questioni importanti: la sicurezza in corsa, la distanza minima tra concorrenti e mezzi dell’organizzazione, e la tempestività nella gestione degli incidenti. Una disputa che potrebbe aprire la strada a modifiche regolamentari o aggiornamenti sulle procedure operative nei tratti tecnici.
Seguiranno aggiornamenti ufficiali dal Comitato organizzatore e dalla Federazione Ciclistica Italiana, mentre gli appassionati chiedono chiarezza e garanzie per la tutela degli atleti.
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