Nuove ricerche stanno avvenendo sotto la Casa del Jazz, situata in via Cristoforo Colombo a Roma, dove si sospetta che possano trovarsi tracce legate alla scomparsa di Paolo Adinolfi, scomparso nel 1994. Gli scavi sono stati avviati dopo 29 anni di segnalazioni da parte dell’ex giudice Guglielmo Muntoni, il quale ha suggerito che l’area potrebbe nascondere non solo il corpo di Adinolfi, ma anche documenti e armi utilizzati dalla Banda della Magliana.
Il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro Orlandi, ha dichiarato che in passato un magistrato aveva ipotizzato che il corpo di sua sorella potesse trovarsi proprio sotto la Casa del Jazz. “Tempo fa un magistrato mi disse che secondo alcune sue ricerche il corpo di mia sorella si sarebbe potuto trovare lì – ha affermato Orlandi all’agenzia LaPresse – Ne era abbastanza convinto. Quando ho letto la notizia del ritrovamento ci ho ripensato subito”. Questa affermazione riaccende l’attenzione su un caso che ha tenuto banco per decenni e che continua a suscitare interesse e preoccupazione.
L’avvocata della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, ha confermato a Fanpage.it che l’ipotesi della Casa del Jazz è stata menzionata a Pietro, ma ha anche avvertito che “siamo nell’ambito delle suggestioni”. Sgrò ha spiegato che il magistrato ha citato la Casa del Jazz insieme a molti altri luoghi potenzialmente collegati alla scomparsa di Emanuela. “Gli approfondimenti in relazione alla scomparsa del giudice Adinolfi sono necessari, la sua famiglia cerca verità e giustizia da 31 anni”, ha aggiunto l’avvocata, sottolineando l’importanza di non tralasciare alcuna pista.
L’area sotto la Casa del Jazz è caratterizzata da gallerie e cunicoli, elementi che potrebbero confermare l’ipotesi che la Banda della Magliana utilizzasse questi spazi come rifugi. “Pensare che ci sia il corpo di Paolo Adinolfi, scomparso nel 1994, può essere un’ipotesi astratta, ma più concreta è sicuramente la possibilità che la Banda della Magliana utilizzasse questi spazi come covo per nascondere documenti, armi e esplosivi”, ha dichiarato Muntoni, evidenziando la necessità di esplorare a fondo il sito.
La Casa del Jazz, oggi un centro culturale, era in passato riconducibile a Enrico Nicoletti, noto cassiere della Banda della Magliana. L’immobile è diventato un luogo di interesse non solo per le sue attività culturali, ma anche per il suo passato oscuro. Le indagini hanno rivelato che durante gli anni ’90, la malavita romana utilizzava vari covi, alcuni dei quali potrebbero essere stati situati proprio sotto l’attuale struttura.
Pietro Orlandi ha anche menzionato altre possibili località associate alla Banda della Magliana. “C’era chi diceva che veniva utilizzata la roulotte di Franco Giuseppucci al Gianicolo, chi le tombe del Verano o la Basilica di Sant’Apollinare”, ha dichiarato a Fanpage.it. Queste affermazioni mettono in luce la complessità e la confusione che spesso circondano le indagini su scomparse legate a organizzazioni criminali.
La ricerca di Paolo Adinolfi e il legame con la scomparsa di Emanuela Orlandi continuano a generare discussioni e speculazioni. Ogni nuova informazione che emerge viene accolta con interesse, ma anche con cautela, poiché il rischio di cadere in suggestioni infondate è sempre presente. La famiglia Orlandi, dopo anni di attesa e speranza, continua a cercare risposte e giustizia per la scomparsa di Emanuela, mentre le indagini su Adinolfi si intensificano.



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