È morto un altro volontario italiano che combatteva in Ucraina, si chiamava Luca Cecca. Lo davano per disperso dal 2024, poi la notizia è spuntata fuori su Facebook, in un post del Memorial International Volunteer for Ukraine.
Non è che ci siano molti dettagli, eh, la Farnesina manco ha confermato ufficialmente.
Nel post, praticamente, hanno scritto: “Il nostro amato fratello italiano, Luca Cecca, che prestava servizio in Ucraina come volontario, è caduto sul campo di battaglia. Onore, gloria e gratitudine al nostro fratello.” E c’era pure la sua foto, che fa sempre un certo effetto vedere una faccia e non solo un nome. Sarebbe addirittura l’ottavo italiano che ci rimette la pelle in questa guerra, mica pochi.
Ti dirò, sta storia dei volontari italiani morti in Ucraina non è nuova. Giusto il mese scorso era toccato a Thomas D’Alba, 40 anni, di Legnano. Ex Folgore, pure musicista—uno che aveva mollato tutto per andare a combattere coi volontari ucraini, due anni fa. Anche lui è morto in combattimento. È un copione che si ripete.
A proposito di Cecca, c’era questo attivista ucraino, Vladislav Maistrouk, che ha raccontato sui social di quando parlavano insieme come personaggi usciti da un romanzo di Remarque.
L’ultima volta che l’ha visto era a inizio giugno. Luca sembrava fiero di un suo “nuovo amico”—un drone russo FPV rimasto inesploso, piazzato a un metro e mezzo dalla sua postazione. Sorridente pure lì, con quello spirito che neanche la guerra riesce a spezzare.
Poi Maistrouk ha aggiunto una frase che ti resta: “Mi disse: ‘Sono stato in molte missioni all’estero, e a volte mi chiedevo se fossi dalla parte giusta. In Ucraina, non ho mai avuto questo dubbio’.” Insomma, roba che fa pensare.



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