La tragedia ha colpito la famiglia di Octav Stroici, un operaio di 66 anni, che ha perso la vita in un incidente sul lavoro avvenuto lunedì ai Fori Imperiali. La moglie, Mariana, di 58 anni, si è espressa con profonda tristezza, dichiarando: “Il mio amore ha lottato fino alla fine”. Questo drammatico evento è accaduto dopo che Stroici era uscito di casa prima dell’alba, come faceva ogni giorno. Si era recato alla stazione per prendere il treno diretto a Roma, dove lavorava in un cantiere per la bonifica della Torre dei Conti.
Il crollo è avvenuto intorno alle 11:20, e i vigili del fuoco sono stati impegnati per oltre dieci ore nel tentativo di estrarre Stroici dalle macerie. È deceduto poco dopo la mezzanotte presso il policlinico Umberto I. A un anno dalla pensione, Stroici aveva già pianificato il suo ritorno a Suceava, in Romania, dove aveva costruito una casa in campagna. Ora, la sua famiglia attende l’autopsia per poter riportare la salma nel suo paese natale.
La figlia di Octav, Alina, di 30 anni, ha descritto il padre come una persona straordinaria: “Papà era una persona straordinaria — adorava la famiglia e i due nipotini, il suo sogno era tornare in Romania, la sua amata terra. Ma ringraziava ogni giorno l’Italia per averlo accolto e per avergli dato un lavoro”. Alina, che gestisce un’agenzia turistica a Ruffano, in provincia di Lecce, ha fatto immediatamente ritorno a Roma per vedere il padre per l’ultima volta. Ricorda che alle 23:30 Octav era ancora vivo e che ripeteva a se stessa: “Lui lotta”, per trovare coraggio. Purtroppo, poco dopo, ha ricevuto la notizia del lutto.
Dopo aver completato le pratiche presso il consolato romeno per organizzare il rimpatrio della salma, Alina si è ritirata nell’appartamento di Monterotondo con il marito, la madre e il fratello Mario Florin, di 32 anni, titolare di un’azienda in Romania. La famiglia ha scelto di non ricevere visite, nonostante in molti abbiano cercato di offrire conforto suonando al campanello. Octav e la sua famiglia si erano stabiliti a Monterotondo 21 anni fa, attratti dalla numerosa comunità romena presente nella zona.
Gabriela Iacob, una vicina di casa di 59 anni, ha condiviso il ricordo di Octav, descrivendolo come una persona meravigliosa. “Non era di molte parole, ma era gentile, pensava solo al lavoro e alla famiglia, sognava di andare in pensione e di godersi la nuova casa nel suo Paese”. La coppia aveva lavorato duramente per costruire una villetta in campagna, un sogno che sembrava a portata di mano. Octav faticava ogni giorno nel cantiere, mentre Mariana lavorava come cuoca in una tavola calda a Pietralata, alla periferia est di Roma. Nonostante i sacrifici, Mariana sperava di vedere il marito riposarsi: “Gli ho detto tante volte: ‘Mettiti un anno in disoccupazione’. Non ha mai voluto”.
Ogni mattina, la coppia si svegliava prima dell’alba per prendere il treno. Fazira, una donna marocchina di 45 anni che lavora come cameriera d’albergo, ha ricordato di aver visto Octav lunedì alla stazione. “Ogni giorno partiamo in 200 da qui per andare a lavorare a Roma. Mi diceva sempre: ‘Voglio tornare in Romania e godermi la casa’. Sapere che rientrerà in una bara mi spezza il cuore”.



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