Durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il Presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato ufficialmente il riconoscimento dello Stato di Palestina, affermando che tale decisione è stata presa “nell’interesse della pace”. Le sue parole sono state accolte da un lungo applauso da parte dell’assemblea generale riunita a New York. Macron ha sottolineato che questo gesto rappresenta il riconoscimento del diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione: “I palestinesi non sono un popolo di troppo sulla Terra”. Ha poi ribadito l’urgenza di porre fine al conflitto: “È giunto il momento di fermare la guerra, il massacro, è arrivato il tempo della pace. Niente giustifica la guerra in corso a Gaza. Niente. Al contrario, tutto ci obbliga a porvi fine definitivamente, visto che non l’abbiamo fatto prima. Dobbiamo farlo per salvare vite umane”.
Il Presidente francese ha inoltre ribadito l’impegno della Francia nella lotta contro ogni forma di odio: “Non interromperemo mai la lotta esistenziale contro l’antisemitismo”, ha affermato con fermezza. Per Macron, che ha fatto da apripista alla proposta, “riconoscere oggi lo Stato di Palestina è l’unico modo di fornire una soluzione politica a una situazione che deve finire”.
Nel giorno dell’attesa decisione all’assemblea dell’ONU, in un’intervista alla CBS il Presidente francese ha spiegato che il riconoscimento è l’inizio di un processo politico, da cui ci si attende un cessate il fuoco, il rilascio di tutti gli ostaggi e il ripristino degli aiuti umanitari a Gaza. Ha inoltre ribadito che nella decisione non è presente alcun elemento antisemita, respingendo le accuse dell’ambasciatore statunitense in Francia, Charles Kushner, di non fare abbastanza per contrastare l’antisemitismo in Francia.
Dieci o undici Paesi pronti a riconoscere la Palestina
La conferenza ONU sulla Palestina ha segnato dunque una svolta storica: una decina di Paesi, guidati dalla Francia di Macron, hanno annunciato il riconoscimento ufficiale dello Stato palestinese, tra applausi e tensioni diplomatiche. La mossa, sostenuta anche da Gran Bretagna, Canada e Australia, ha innescato lo scontro con Stati Uniti e Israele, sempre più isolati al Palazzo di Vetro.
Secondo fonti del Palazzo di Vetro, saranno undici i Paesi che procederanno al riconoscimento politico della Palestina durante la “conferenza internazionale di alto livello per la risoluzione pacifica della questione palestinese e l’attuazione della soluzione a due Stati”, organizzata da Parigi e Riad (Arabia Saudita). Tra questi la Francia, Australia, Belgio, Canada, Finlandia, Lussemburgo, Portogallo, Malta, Nuova Zelanda, Regno Unito e San Marino. Ieri Australia, Canada, Gran Bretagna e Portogallo avevano già annunciato il riconoscimento formale.
La posizione dell’Italia
Anche l’Italia è presente a New York con il Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, il quale ha ribadito la posizione italiana: la soluzione a due Stati rimane la linea guida, sebbene senza un riconoscimento immediato. “L’Italia sostiene il desiderio del popolo palestinese di avere uno Stato”, ha dichiarato Tajani all’ONU. “Continueremo a sostenere l’Autorità Nazionale Palestinese nei suoi sforzi di rafforzamento istituzionale e riforma e lavoreremo con impegno per una coesistenza pacifica tra palestinesi e israeliani. Il messaggio proveniente dall’ONU è chiaro: Israele deve cessare i bombardamenti, Hamas deve liberare immediatamente gli ostaggi”. L’Italia, come altri Paesi, ritiene che il riconoscimento in questo momento sia prematuro.
L’intervento di Ursula von der Leyen
“Quando la notte è più buia, dobbiamo tenere salda la nostra bussola. E la nostra bussola è la soluzione a due Stati”. Lo ha affermato la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento alla conferenza in corso all’ONU. “Il 7 ottobre ha segnato l’inizio di uno dei capitoli più bui della storia. Siamo tutti d’accordo sul fatto che la tragedia di Gaza debba finire immediatamente. Gli ostaggi devono essere rilasciati. Ma porre fine alla guerra potrebbe non essere sufficiente, se non si intraprende una strada verso la pace. Mentre parliamo, la soluzione a due Stati viene minata. Questo non può essere tollerato. Perché l’unico piano di pace realistico si basa su due Stati: un Israele sicuro, uno Stato palestinese vitale e la minaccia di Hamas rimossa”, ha affermato von der Leyen.
Donald Trump, tramite la sua portavoce Karoline Leavitt, ha espresso la sua contrarietà al riconoscimento dello Stato di Palestina, definendolo “un premio per Hamas”. La dichiarazione è stata rilasciata alla vigilia del discorso che l’ex presidente statunitense terrà oggi all’ONU. Gli Stati Uniti hanno espresso forte disapprovazione per la mossa europea, definendola “una mossa di facciata” e ribadendo che “privilegiano una diplomazia seria rispetto a iniziative simboliche”. Un portavoce del Dipartimento di Stato, anonimo, ha dichiarato che le priorità statunitensi sono “la liberazione degli ostaggi, la sicurezza di Israele, nonché la pace e la prosperità per tutta la regione, obiettivi che non possono essere raggiunti finché esiste Hamas”, come riportato dall’agenzia France Press.



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