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Macron nella bufera: firma accordi d’oro con la Russia mentre l’Italia soffre per le sanzioni



Domani a Parigi atterrerà il capo dello Stato ucraino, Volodymyr Zelensky: sarà la decima tappa francese da quando è esplosa la crisi in Ucraina. Ad accoglierlo, Emmanuel Macron, per parlare di quanto sta succedendo e dei passi necessari verso una calma stabile – dopo gli incontri svolti a Ginevra e l’idea lanciata dagli Usa.



Come noto, il leader transalpino punta forte sul ruolo di guida nei confronti del blocco filoucraino, quel giro di nazioni schierate con Kiev contro Mosca; già quindici giorni fa aveva annunciato cento jet Rafale insieme ad altri mezzi militari diretti a ovest dell’Ucraina. Eppure non basta: chi vive nell’Élysée spara duro su Putin definendolo una minaccia feroce, quasi una bestia pronta a colpire alle frontiere europee.

Purtroppo, mentre parla di contrasto, continua a trattare con la nazione del “predatore”, anzi, punta ad aumentare quegli accordi. Come mostrato da Canard enchaîné, Edf, l’azienda energetica pubblica francese, ha tenuto il 20 novembre scorso una cena lavorativa a Parigi insieme a un invitato speciale: Kirill Borisovich Komarov, vice capo e membro del direttivo di Rosatom, cioè il colosso nucleare gestito dal Cremlino.

L’incontro, prima fissato al Sofitel Paris Arc de Triomphe ma poi trasferito altrove per maggiore riservatezza, ha visto presenti Bernard Fontana, attuale ceo di Edf, Grégoire Ponchon, prossimo responsabile di Framatome, importante realtà francese nei reattori nucleari, e Catherine Cornand, dirigente di Arabelle Solutions, produttrice delle turbine per impianti atomici. Argomento centrale? Rilanciare la collaborazione tra i settori nucleari civili di Francia e Russia, malgrado gli attacchi costanti di Mosca in Ucraina. Inoltre, due questioni spinose: le mosse della tedesca Siemens, alleata degli Usa, che potrebbe cercare di indebolire il legame franco-russo; e infine i flussi economici fra Framatome e Rosatom. Chi è poi questo Kirill Komarov? Diciamo che sta vicino al Cremlino, però finisce nella lista nera dell’Office of Foreign

Il controllo sugli asset del Tesoro Usa, chiamato Ofac, gestisce le sanzioni verso chi sostiene Putin nella guerra in Ucraina. Chi è sulla lista nera aiuta Rosatom a lavorare con l’esercito russo e col settore difesa… oppure fa danni diretti, tipo prendere il controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhia.

Due settimane fa, Greenpeace aveva già fatto sapere che la Francia aveva ricominciato a spedire uranio usato alla Russia, pure con la guerra in Ucraina e le promesse di Parigi di stare ferma contro Mosca. A Dunkerque, il 15 novembre, chi protesta ha visto – e ripreso – dieci container caricati sull’Mikhail Dudin, una nave diretta al confine russo. Per loro, riaprire i traffici nucleari con Rosatom dopo oltre tre anni, mentre Kiev viene colpita ogni giorno, è da indignazione. Anche il Canard lo dice chiaro: sembra più un patto tossico che una scelta seria.



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