​​


“Mancia obbligatoria per sostenere la ristorazione”: l’idea di un manager a Bologna



Il restaurant manager Piero Pompili, attivo da dieci anni in un noto locale di Bologna, ha recentemente lanciato una proposta controversa: rendere obbligatoria la mancia nei ristoranti italiani. In un’intervista rilasciata a Fanpage.it, Pompili ha spiegato che questa misura sarebbe un intervento rapido per affrontare la crisi delle retribuzioni nel settore della ristorazione, sottolineando che “il rischio è di deresponsabilizzare il datore di lavoro? Nel mondo la mancia è già obbligatoria, le tasse in Italia sono troppo elevate e lo Stato non interviene”.



La proposta di Pompili mira a garantire salari più alti per camerieri e chef, affrontando così le difficoltà economiche che molti lavoratori del settore devono affrontare quotidianamente. “Potrebbe sembrare un modo di deresponsabilizzare i datori di lavoro”, ha ammesso, “ma per come la vedo io è un intervento rapido e concreto a sostegno di chi ogni giorno è in sala”. Secondo lui, rendere la mancia obbligatoria non solo aiuterebbe a migliorare le retribuzioni, ma incentiverebbe anche il personale a offrire un servizio migliore, sapendo che la loro retribuzione sarebbe legata alla qualità del servizio fornito.

I problemi nel mondo della ristorazione sono molteplici, a partire dai contratti precari e dalle retribuzioni inadeguate. Pompili ha evidenziato che “i giovani passano la loro vita in cucina e tra i tavoli del ristorante. Sedici ore al giorno di lavoro per che cosa? È più probabile essere colpiti da un asteroide che diventare il nuovo Carlo Cracco”. Per affrontare questa situazione, è necessario un intervento immediato, poiché le aspettative nei confronti dello Stato sembrano non portare a risultati concreti. “Inutile chiedere che intervenga su un contratto nazionale fermo agli anni ’70”, ha dichiarato Pompili. “Ci sono delle soluzioni per migliorare il mondo della ristorazione. Va bene lamentarsi, ma bisogna anche proporre”.

La proposta di rendere la mancia obbligatoria si inserisce in un contesto in cui andare al ristorante è diventato un lusso per molti. Pompili ha risposto a una domanda riguardante l’impatto di questa misura sulla clientela, affermando che “una proposta del genere necessita dell’intelligenza della clientela. Chi spende indirizza quei soldi nei posti dove effettivamente si mangia bene”. Ha aggiunto che i lavoratori della ristorazione contribuiscono in modo significativo al PIL italiano e che, sebbene ci sia il rischio di ridurre ulteriormente la clientela, i proprietari dei ristoranti sarebbero incentivati a migliorare la qualità del servizio per giustificare i costi.

Quando gli è stato chiesto se la retribuzione non dovrebbe essere una responsabilità del datore di lavoro, Pompili ha risposto che “i datori di lavoro sono estremamente appesantiti dalle tasse”. Ha spiegato che, nei grandi ristoranti, è necessario coprire due turni, uno a pranzo e uno a cena, e che i costi elevati rendono difficile sostenere tali spese. “Non è facile sostenerli, si fa difficoltà anche con buste paga da 1800 euro”, ha aggiunto.

La questione della responsabilità del datore di lavoro è stata ulteriormente approfondita, con Pompili che ha riconosciuto il timore che la mancia obbligatoria possa portare a una sorta di sfruttamento. Tuttavia, ha sottolineato che “la regolarità dei contratti resta la base, ovviamente”. Ha spiegato che la sua proposta prevede che gli stipendi rimangano invariati, ma che venga aggiunta una mancia variabile, compresa tra il 5 e il 20%, per incentivare il personale.

In merito alla necessità di contratti adeguati, Pompili ha affermato che “nessuno vuole più lavorare in sala”, evidenziando come il settore stia affrontando una crisi di personale. Ha espresso solidarietà verso i giovani che rifiutano di lavorare in condizioni svantaggiose e ha ribadito che “il tempo è la cosa più importante che abbiamo, è giusto che non sia fatto solo di lavoro”.



Add comment