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Marco Mengoni critica la legge sulla maternità surrogata come “reato universale” e dialoga su diritti e lutto



Marco Mengoni ha espresso una dura critica nei confronti della recente normativa italiana che dichiara la maternità surrogata un reato per tutti i cittadini: «Vivo in un Paese che non mi rappresenta, che ha fatto diventare la pratica della maternità surrogata un reato universale. Ci rendiamo conto?» ().



Con 15 anni di carriera, otto album pubblicati e un tour estivo in partenza da Lignano Sabbiadoro il 15 giugno, il cantautore ha affrontato temi politici e sociali con la consueta schiettezza. Mengoni ha sottolineato le conseguenze della legge per le famiglie esistenti: «Ci sono figli nati prima di questa assurdità che cresceranno e scopriranno che i loro genitori sono punibili penalmente.»  .

Il cantante ha poi definito la scena musicale come uno spazio per seminare riflessione: «Io non smetto di prendere posizione, di piantare un seme di riflessione: da sempre il palco per me è un momento per condividere un messaggio, non pretendo di convincere nessuno ma mi piace che il pubblico esca dai miei concerti con spunti e domande.»  .

Nel corso dell’intervista con Vanity Fair, Mengoni ha infine aperto su un tema personale molto delicato: la recente scomparsa della madre, Nadia Ferrari, avvenuta lo scorso settembre. Il cantautore ha condiviso un’immagine intensa del dolore vissuto: «Il tempo passa, ma è come se fosse successo sempre ieri. […] Ogni volta che ci penso è come entrare in una stanza con un buco gigante, so che col tempo ci costruirò anche un recinto e magari cresceranno dei fiori, però quella sensazione resterà sempre.»  .

Nella stessa intervista, Mengoni ha ricordato il gesto simbolico compiuto all’Eurovision Song Contest 2023, quando nascose la bandiera arcobaleno all’interno del Tricolore, sostenendo il principio che «non devono essere ammessi limiti all’amore, alle emozioni, ai diritti umani, che vanno ben oltre i diritti civili.»  .

Frasi come «Sono stato anarchico, ribelle… […] dietro le quinte le tenevo strette strettissime entrambe» e «Sono felice e orgoglioso del mio gesto» rimangono incise nei suoi ricordi più intensi  .

Mengoni ha descritto la legge anti-surrogata – legge 169 del 4 novembre 2024, emendamento alla legge 40/2004 – come una deriva che rischia di colpire la libertà individuale e i nuclei familiari già costituiti, stigmatizzando ulteriormente chi ha optato per questa pratica. 

Nel dialogo con Vanity Fair, il cantante ha rivendicato il suo ruolo di artista impegnato: «Non smetto di prendere posizione». Ha espresso il timore non solo per le future generazioni, ma anche per il presente incerto: «Di fronte a questa deriva globale dei diritti non ho solo paura per le generazioni future […] ho paura del presente. Ed è l’unica paura che mi resta. La peggiore l’ho già provata.»  .

Il tema della maternità surrogata si intreccia così con il percorso artistico e personale di Mengoni, che con il tour “Marco negli Stadi 2025” punta a promuovere riflessioni oltre l’intrattenimento. Un impegno che lo vede “an ipereuropeo”, capace di situarsi oltre i confini nazionali con la propria visione.  .



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