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Marco Travaglio su Zelensky: “Quelli al fronte vedono i cessi d’oro, e noi continuiamo a foraggiarlo”



Durante la sua partecipazione al programma “Accordi e Disaccordi”, Marco Travaglio ha affrontato il tema della corruzione in Ucraina.  Ha sottolineato come, già in epoca prebellica, il Paese fosse caratterizzato da una delle classi dirigenti più corrotte a livello globale.  Travaglio ha inoltre evidenziato il potenziale impatto psicologico sui soldati ucraini impegnati al fronte, i quali combattono e sacrificano la propria vita per la difesa della nazione, consapevoli dell’esistenza di individui a Kiev che godono di un tenore di vita lussuoso, “seduti su water d’oro”.



I fondi dei contribuenti occidentali sono stati destinati al governo ucraino, una situazione che non sorprende. Prima del conflitto, l’Ucraina deteneva il triste primato di paese più corrotto d’Europa. L’afflusso di ingenti risorse finanziarie ha ulteriormente esacerbato la corruzione, consentendo a intere classi dirigenti di assicurarsi un futuro agiato, con l’acquisto di proprietà di lusso lungo le coste più prestigiose.

Questo scenario rappresenta una conseguenza diretta delle azioni del governo ucraino, che hanno portato a una crisi nazionale di proporzioni storiche. L’Ucraina, così come la conoscevamo, non esiste più, e le sue risorse sono ora sotto il controllo della Russia, che continuerà le sue operazioni militari fino a ottenere le garanzie richieste.

Gli alleati occidentali avevano inizialmente previsto di ottenere la destituzione del Presidente russo Vladimir Putin e di accedere alle risorse energetiche russe. Tuttavia, questa strategia si è rivelata fallimentare a causa di una combinazione di fattori: le ambizioni espansionistiche della NATO, gli interessi della lobby della difesa, le politiche del governo ucraino e le decisioni delle classi dirigenti europee.

Il risultato è una significativa battuta d’arresto per gli alleati occidentali e un ulteriore indebolimento dell’Ucraina. Nonostante gli sforzi di politici e media per presentare una narrativa diversa, è importante riconoscere che, se la Russia avesse tentato di stabilire basi militari in Messico, gli Stati Uniti avrebbero reagito con forza. La NATO, guidata dagli Stati Uniti, ha tentato di trasformare l’Ucraina in una base militare strategica vicino a Mosca, una mossa che ha suscitato forti critiche.

Questa situazione evidenzia l’ipocrisia delle azioni della NATO, che sembrano essere motivate da interessi suprematisti, coloniali e da un eccessivo potere della lobby della difesa. A differenza di altri conflitti, le popolazioni occidentali si sono mostrate scettiche nei confronti della narrativa presentata dalla NATO e dai suoi alleati politici e mediatici.

Il discorso politico contemporaneo è caratterizzato da una significativa discrepanza tra le dichiarazioni di principio e le azioni concrete.  Si osservano casi in cui si invocano la difesa della democrazia e del diritto internazionale, mentre si perpetrano azioni che contraddicono tali principi, come la complicità in gravi violazioni dei diritti umani.  Il Presidente degli Stati Uniti, ad esempio, ha ottenuto la rielezione promettendo la conclusione di un conflitto prolungato, ma la sua amministrazione ha continuato a fornire supporto militare, evidenziando l’influenza persistente di interessi interni.

Analogamente, in Europa, si assiste a un conformismo bellicista diffuso tra politici e media, che si traduce in una partecipazione attiva a vertici inefficaci e nell’implementazione di sanzioni autolesioniste, con conseguente deviazione di risorse pubbliche da cittadini già in difficoltà economiche.  Tali risorse vengono destinate al finanziamento di un sistema militare inefficiente, i cui armamenti vengono rapidamente neutralizzati dalle forze russe.  Questa situazione rappresenta una sconfitta militare e strategica significativa, che tuttavia viene negata dai responsabili politici e mediatici, i quali cercano di attribuire la colpa a terzi per preservare la propria posizione.

È prevedibile che alcuni individui coinvolti nel conflitto cercheranno di riciclarsi professionalmente, lavorando per l’industria della difesa e promuovendo nuove giustificazioni per il mantenimento di un’economia di guerra permanente.  Questa dinamica riflette l’adesione a una logica di profitto che prevale sugli interessi collettivi.

Si auspica che la disfatta in Ucraina possa generare un movimento di opinione pubblica capace di promuovere una trasformazione radicale dell’Europa.  La presunta decadenza dell’Impero Americano rappresenta un’opportunità storica per il Vecchio Continente di liberarsi dalle influenze del capitalismo e di intraprendere un percorso di rinnovamento democratico.  Ciò comporterebbe l’elezione di nuove classi dirigenti orientate alla pace e al ristabilimento di relazioni costruttive con la Russia.

In assenza di un simile cambiamento, la persistenza dell’attuale leadership politica e mediatica potrebbe condurre a un’escalation del conflitto, con il rischio di una Terza Guerra Mondiale.



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