Un drammatico caso di omicidio familiare ha scosso Paderno Dugnano, dove un giovane di 18 anni ha ucciso la madre, il padre e il fratello di dodici anni nella notte tra il 31 agosto e l’1 settembre 2024. Secondo quanto emerso da una perizia psichiatrica, disposta dalla giudice delle indagini preliminari per i minorenni di Milano, Laura Margherita Pietrasanta, il ragazzo sarebbe stato parzialmente incapace di intendere e di volere al momento dei fatti, essendo minorenne all’epoca.
L’esame, condotto dallo psichiatra Franco Martelli, ha rivelato che le capacità cognitive del giovane erano sospese tra “realtà e fantasia”. Il ragazzo, accusato di aver inflitto 108 coltellate ai familiari, potrebbe beneficiare di una riduzione della pena grazie a questa valutazione. Secondo il perito, il 18enne cercava rifugio nel suo mondo fantastico della “immortalità” e credeva che per raggiungere tale stato dovesse liberarsi di tutti gli affetti.
Il giovane ha dichiarato di aver vissuto in un conflitto tra realtà e fantasia, con quest’ultima non interpretata come un delirio, ma piuttosto come un rifugio. “Volevo essere immortale, uccidendoli avrei potuto vivere in modo libero”, ha riferito il ragazzo, descrivendo un malessere che lo accompagnava da tempo. Per il perito, al momento della strage, la capacità del giovane era significativamente compromessa, poiché viveva con l’idea di rifugiarsi in un mondo fantastico, e per farlo sentiva di dover liberarsi della sua realtà, compresa la sua famiglia.
La difesa del 18enne è rappresentata dall’avvocato Amedeo Rizza, che ha incaricato un altro consulente di effettuare una perizia. La consulenza della difesa ha indicato che il ragazzo fosse totalmente incapace di intendere e di volere al momento dei fatti. Questo aspetto potrebbe influenzare notevolmente il processo e la decisione finale del giudice.
Il caso ha suscitato un ampio dibattito sull’importanza della salute mentale e sulle responsabilità legali in situazioni di grave disagio psicologico. La comunità di Paderno Dugnano è rimasta profondamente colpita da questa tragedia familiare, mentre le autorità locali e i professionisti del settore psichiatrico si interrogano su come prevenire simili eventi in futuro.
In attesa del processo, il giovane rimane in custodia e il suo futuro legale dipenderà in gran parte dalle conclusioni delle perizie psichiatriche e dalla valutazione delle sue condizioni mentali al momento del crimine. La questione della responsabilità penale in caso di incapacità di intendere e di volere è complessa e richiede un’analisi approfondita, considerando il benessere del giovane e le conseguenze delle sue azioni.
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