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Meloni durante la campagna in Toscana: “La pace la dobbiamo a Trump, non a Greta e Albanese”



La campagna elettorale di Alessandro Tomasi, candidato governatore del centrodestra per le elezioni regionali in Toscana, si è chiusa con un evento a Firenze, in piazza San Lorenzo, dove i leader della maggioranza si sono riuniti per sostenere il candidato contro l’attuale governatore, Eugenio Giani, che cerca la riconferma.



Durante il comizio, Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha rivolto un duro attacco alle opposizioni, affermando: “Fanno accordi di palazzo per stare insieme ma non hanno il coraggio di scendere in piazza e farsi vedere insieme. L’unico collante che li tiene insieme è l’odio verso di noi, liberarsi di noi con ogni mezzo possibile, costi quel che costi, per tornare a gestire il potere.”

In questo contesto, il centrosinistra, tradizionalmente dominante nella regione, spera di riprendersi dopo le recenti sconfitte in Calabria e nelle Marche, in vista delle elezioni di novembre, quando anche Veneto, Campania e Puglia andranno al voto. Meloni ha sottolineato l’importanza della piazza, dicendo: “Questa è una piazza meravigliosa. Qualcuno aveva scritto che saremmo andati a caccia della piazza, forse pensavano che non l’avremmo trovata o che non avremmo avuto il coraggio di fare un comizio in pieno centro a Firenze. Noi ci possiamo permettere di scendere in piazza, e guardare la gente negli occhi a testa alta.”

La premier ha anche affermato che l’esito delle regionali in Toscana non è scontato: “La nostra storia dimostra che siamo nati per stravolgere i pronostici. Possiamo vincere, proprio come dicevano che non potevamo arrivare al governo della nazione.” Ha ricordato che Toscana è “il quarto più longevo della storia italiana.”

Meloni ha elogiato Tomasi, descrivendolo come “una persona perbene, una persona capace,” in grado di ribaltare le previsioni, come dimostrato dalla sua elezione a sindaco di Pistoia, dopo un lungo governo del centrosinistra. Riferendosi alla sinistra, ha aggiunto: “Le spallate le hanno prese loro,” citando i risultati nelle Marche e in Calabria. Ha poi affermato: “Gli italiani sono un po’ più svegli di quello che pensa la sinistra. Gli italiani capiscono quando qualcuno li umilia e la politica li tratta da imbecilli. La gente non è stupida, guarda ai risultati, al lavoro, a come hai governato, alla disponibilità al sacrificio.”

Durante il comizio, Meloni ha anche difeso il piano di pace promosso dall’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, criticando le manifestazioni in favore della Palestina. Ha affermato che tali manifestazioni “non portano la pace, ma un sacco di problemi agli italiani, ai lavoratori che il sindacato dovrebbe difendere,” e ha denunciato le violenze e gli striscioni antisemiti associati a queste proteste. Ha aggiunto: “Non ci facciamo fare la morale da una sinistra più radicalizzata”, definendo il “campo largo” della sinistra come “un Leoncavallo largo, un enorme centro sociale.”

Meloni ha rivendicato i successi del governo, citando la situazione della Banca Monte dei Paschi di Siena (Mps), che, secondo lei, “con la sinistra era a un passo dal baratro, con noi è una banca solida che fa utili e avvia operazioni ambiziose.” Ha sottolineato l’importanza di Mps come “una banca storica, ancorata al territorio,” e ha affermato che il governo ha difeso l’istituto quando era in pericolo. Ha anche sottolineato la ritrovata “centralità” dell’Italia nel contesto internazionale, affermando che “gli investimenti stranieri ammontano a 80 miliardi di euro.” Ha aggiunto: “Lo spread è ai minimi storici, i nostri titoli di Stato sono i più richiesti al mondo.”

All’evento hanno partecipato anche Matteo Salvini e Antonio Tajani. Tajani ha evocato il nome di Silvio Berlusconi, scatenando l’entusiasmo della piazza, mentre Salvini ha attaccato Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite, auspicando che “l’Onu la licenzi domani mattina perché non ci rappresenta. Si deve vergognare.”

Le ultime rilevazioni prima della pausa elettorale prevista per legge indicano il governatore uscente come favorito, con un ampio distacco rispetto a Tomasi. Tuttavia, il candidato del centrodestra ha dichiarato di non credere ai sondaggi, affermando: “Ci vogliono scoraggiare, vogliono invitare la nostra gente a non andare a votare. Ma anche io ho fatto il mio sondaggio, non scientifico, ma in mezzo alla gente, stringendo mani… E questo sondaggio ci dice che siamo la maggioranza. Se noi riusciamo a trasformare rabbia e sfiducia, possiamo vincere.”



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