Il 16 giugno 2025, durante il G7 di Kananaskis, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto un colloquio informale con l’ex presidente statunitense Donald Trump, pochi istanti prima della cena ufficiale. I due sono stati ripresi mentre conversavano seduti su una panchina in legno all’esterno del Pomeroy Kananaskis Mountain Lodge. Ѐ stata una conversazione breve ma intensa, durata alcuni minuti, che si è conclusa con la partenza anticipata di Trump, tornato negli Stati Uniti prima del previsto .
Secondo quanto riferito da Palazzo Chigi, il dialogo si è concentrato su tre punti principali: Iran-Israele, la crisi di Gaza e i dazi commerciali.
Sul fronte del Medio Oriente, la delegazione italiana ha comunicato che “il colloquio ha permesso di discutere dei più recenti sviluppi in Iran, riaffermando l’opportunità di riaprire la strada del negoziato” . Tuttavia, non sono stati registrati progressi sostanziali né impegni concreti: Trump ha firmato la dichiarazione congiunta del G7 che invita Iran e Israele a una de-escalation, pur abbandonando il summit in anticipo; a Washington ha poi presieduto un consiglio di sicurezza nazionale sulla situazione .
Quanto alla questione di Gaza, la premier ha ribadito “la necessità, in questo momento, di lavorare per il raggiungimento di un cessate il fuoco” . Un tema che, nonostante l’attenzione mediatica si sia spostata su altri dossier, resta cruciale all’interno del contesto internazionale.
Nel terzo ambito del colloquio, i dazi commerciali, Meloni ha rimarcato l’urgenza di giungere a un accordo tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti. In precedenza Trump aveva avuto un incontro bilaterale con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, e il governo italiano ha confermato “l’importanza del conseguimento di un accordo sul negoziato commerciale UE‑USA” . Secondo fonti tedesche, l’intesa potrebbe prevedere una cristallizzazione delle tariffe al 10% sulle importazioni europee statunitensi, simile all’intesa raggiunta con la Cina .
Infine, è emerso un breve accenno alle spese militari. Nel comunicato di Palazzo Chigi si fa riferimento a un possibile riferimento al prossimo Vertice Nato dell’Aja, in programma per il 24‑25 giugno, dove sarà chiesto ai membri dell’Alleanza di portare la spesa per la difesa fino al 5% del PIL nei prossimi anni. Tale impegno comporterebbe un aumento significativo per l’Italia, stimato in circa 100 miliardi di euro annui .
L’incontro su una panchina tra Meloni e Trump, seppur simbolico, ha toccato temi centrali per la politica internazionale: diplomazia con l’Iran, sopravvivenza civile nella Striscia di Gaza, equilibri commerciali tra UE e USA e fondo militare della Nato. Resta ora da vedere se tali considerazioni si tradurranno in atti concreti nei prossimi appuntamenti diplomatici, a partire dal vertice di L’Aja.
Il dialogo, senza testi aggiuntivi o commenti personali, rimane una conversazione istituzionale informale. La scelta della panchina riflette la necessità di un confronto fuori dai tavoli ufficiali, svolto proprio prima della cena e coronato dalla firma di Trump ad una dichiarazione che rilancia la de-escalation. A seguire, il tycoon è partito per la Casa Bianca, lasciando aperti i nodi politici principali.
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