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Minacce di “forni crematori” alla fornaia del 25 aprile: l’attacco dei neofascisti di Ascoli



Un episodio controverso ha avuto luogo ad Ascoli Piceno durante le celebrazioni della Festa della Liberazione. Un gruppo di neofascisti locali ha lanciato una provocazione nei confronti di Lorenza Roiati, proprietaria del panificio “L’assalto ai forni” situato in Piazza Arringo. La situazione si è sviluppata a seguito dell’iniziativa della Roiati di esporre un lenzuolo con la scritta “25 Aprile, buono come il pane bello come l’antifascismo” sulla facciata del suo locale. Questo gesto ha portato a due controlli consecutivi da parte delle forze dell’ordine nell’arco di poche ore.



La tensione è aumentata quando, la sera del 26 aprile, è apparso uno striscione in via Luigi Marin, a breve distanza dalla Questura di Ascoli Piceno. Lo striscione riportava la scritta “Ai forni”, con le parole “L’assalto” cancellate, un chiaro riferimento ai forni crematori utilizzati nei campi di concentramento nazisti. Questo striscione è stato rimosso in serata, ma la sua esposizione ha suscitato indignazione. A quanto pare, l’azione è stata compiuta da un gruppo di militanti dell’estrema destra ascolana, noti per le loro posizioni nostalgiche verso il periodo fascista.

In aggiunta, è stato esposto un altro striscione che recitava: “Da quel forno un tale fetore, che diventa simpatico anche il questore”. La provocazione non è passata inosservata e ha suscitato reazioni da parte di esponenti locali. Pietro Perini, figlio del comandante partigiano Spartaco ed ex presidente provinciale dell’ANPI, ha commentato: “I fascisti sono sempre scappati davanti ai partigiani, come ricordava Enrico Berlinguer, e anche questa volta non si sono smentiti approfittando dell’oscurità per appendere lo striscione, al contrario di Lorenza Roiati, che ha esposto il suo alla luce del giorno”.

L’episodio ha portato a una serie di polemiche e manifestazioni di solidarietà nei confronti di Lorenza Roiati. Anche Andrea Dominici, membro del Collettivo Caciara e consigliere comunale, ha espresso il suo disappunto: “L’ennesima vergogna in poche ore”, ricordando che “lo striscione del 25 aprile è stato messo alla luce del sole e rivendicato da centinaia di persone, questo lo hanno messo di notte e nessuno che ne rivendichi la ‘paternità’ per citare il vigile identificatore dell’Assalto ai Forni. Noi lottiamo per una città che sia riconosciuta, anche a livello nazionale, per quello che davvero è: una città medaglia d’oro al valore militare per attività partigiana. Ascoli è Antifascista. Per questo anche in consiglio comunale ho presentato un’interrogazione sull’istituzione di un museo della resistenza ascolana e ne presenteremo come opposizione un’altra per chiarire i fatti accaduti a Lorenza Roiati”.

Ascoli Piceno è spesso al centro delle cronache per vicende legate al neofascismo. Il sindaco Marco Fioravanti (Fratelli D’Italia) è stato coinvolto in polemiche nel 2019 per aver partecipato a una cena commemorativa della Marcia su Roma ad Acquasanta Terme, luogo di un eccidio nel 1944 da parte dei Repubblichini e dei Nazisti. L’eccidio ha causato la morte di 42 persone, tra cui una bambina di 11 mesi. Fioravanti ha cercato di giustificarsi affermando di non aver notato il busto di Mussolini e il fascio littorio presenti sul menù della cena.



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