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Montepiano, il ragazzo ammette di aver ucciso la madre: “Volevo sterminare tutta la famiglia, erano crudeli”



Una drammatica evoluzione nell’omicidio di Anna Viliani, 60 anni, è emersa con la confessione del figlio, Davide Morganti, 22 anni, sordomuto e già seguito dai servizi sociali. La donna è stata colpita con almeno dieci coltellate nel suo appartamento a Montepiano, una frazione di Vernio, e il suo corpo è stato ritrovato sul pavimento, circondato da un lago di sangue. Dopo averla ferita, Morganti ha dato fuoco alla casa, cercando di nascondere il crimine.



Durante un lungo interrogatorio condotto dal procuratore Luca Tescaroli e dalla pm Laura Canovai presso la stazione dei carabinieri di Vernio, Morganti ha raccontato di aver agito in un momento di aggressività nei confronti della madre, che, secondo lui, “gli stava troppo addosso”. Questa tensione tra madre e figlio era stata evidente negli ultimi tempi, con il giovane che mostrava comportamenti sempre più violenti.

Il medico legale Luciana Sonnellini ha confermato che i colpi inferti non hanno colpito organi vitali, il che significa che Anna Viliani non è morta subito dopo l’aggressione. Dopo essere stata colpita, la donna ha tentato di mettersi in salvo, ma è caduta e, incapace di rialzarsi, è rimasta a terra per undici ore, mentre il figlio l’osservava morire senza intervenire. Questo particolare ha scioccato gli inquirenti e ha aggiunto un ulteriore strato di orrore alla vicenda.

Alle quattro del mattino, dopo aver assistito alla morte della madre, Morganti ha preparato una valigia e ha appiccato il fuoco alla casa in più punti utilizzando un accendino. Successivamente, ha bussato alla porta dei vicini, gesticolando per far capire che la madre era ancora dentro mentre le fiamme avvolgevano l’abitazione. L’allerta è stata immediatamente lanciata ai vigili del fuoco e ai carabinieri.

Quando gli investigatori sono giunti sul posto, hanno trovato il corpo di Anna Viliani senza vita, in una scena raccapricciante. Durante l’interrogatorio, Morganti ha anche rivelato un movente, esprimendo risentimento verso tutti i membri della sua famiglia. Ha confessato che, dopo aver ucciso la madre, avrebbe voluto eliminare anche il padre, che non vive più con il resto della famiglia, il fratello, residente in Sicilia, e la fidanzata di quest’ultimo. “Mi picchiavano quando ero bambino, sono stati sempre cattivi con me,” avrebbe dichiarato.

La Procura ha avviato un’indagine approfondita e ha acquisito la documentazione medica relativa al giovane, che è stato trasferito in una struttura sanitaria per ricevere le cure necessarie. Attualmente, Morganti si trova in stato di arresto e deve rispondere di omicidio volontario. La gravità della situazione ha suscitato preoccupazione tra i vicini e nella comunità locale, che ora si interroga sulle dinamiche familiari e sul benessere psichico di Morganti.

Il caso ha sollevato interrogativi sulla gestione dei servizi sociali e sull’assistenza a persone con disabilità, evidenziando la necessità di un monitoraggio più attento delle situazioni familiari complesse. La comunità di Vernio è in stato di shock e si sta mobilitando per offrire supporto a chi è stato colpito dalla tragedia.



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