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Morti in Vietnam dopo aver bevuto limoncello contaminato: l’appello dei genitori delle vittime



La tragedia che ha colpito Greta Otteson e il suo fidanzato Arno Quinton ha suscitato un’ondata di dolore e indignazione. I due giovani, rispettivamente di 33 e 36 anni, sono stati trovati senza vita in una villa a Hoi An, in Vietnam, lo scorso Boxing Day, dopo aver bevuto limoncello contaminato. L’autopsia ha confermato che entrambi sono morti a causa di un’intossicazione acuta da metanolo, una sostanza altamente tossica comunemente utilizzata in prodotti per la pulizia e carburanti.



La bottiglia di limoncello, un regalo dei genitori di Greta, Paul e Susan, era stata ordinata presso il ristorante italiano “Good Morning Vietnam”, dove la coppia aveva cenato più volte nelle settimane precedenti. Convinti di fare un dono speciale per le festività natalizie, avevano deciso di inviare alcune bottiglie al figlio e alla futura nuora, ignari del pericolo che queste contenevano.

Poche ore prima della loro morte, Greta aveva contattato i genitori scrivendo di avere “la peggior sbornia di sempre” e di vedere macchie nere. Nonostante i consigli di recarsi in ospedale, si era limitata a coricarsi, senza mai più risvegliarsi. La notizia della sua morte ha lasciato i genitori devastati, che ora chiedono giustizia per la loro perdita.

A febbraio, un barista del ristorante è stato arrestato con l’accusa di aver prodotto il limoncello utilizzando alcol medico riciclato, acqua filtrata, scorze di limone e zucchero, violando le normative sulla sicurezza alimentare. L’uomo rischia fino a 15 anni di carcere. Tuttavia, per Paul e Susan, l’attesa di risposte è diventata insopportabile. “È questione di responsabilità: vogliamo giustizia”, ha dichiarato Paul, evidenziando la gravità della situazione.

I genitori custodiscono ancora le ceneri di Greta e Arno nella loro casa in Galles, accanto a due borse contenenti un coniglio rosa e un orsetto azzurro. “Non possiamo seppellirli finché non avremo la verità. Vogliamo che siano insieme, per sempre, ma prima dobbiamo avere giustizia”, ha spiegato Paul con voce rotta dall’emozione. La mancanza di scuse da parte del ristorante ha ulteriormente alimentato il loro dolore. “Hanno continuato come se nulla fosse accaduto”, ha aggiunto Paul, esprimendo la sua frustrazione.

Secondo Medici Senza Frontiere, in Asia sudorientale, centinaia di persone vengono avvelenate ogni anno dal metanolo. Solo poche settimane prima della tragedia di Greta e Arno, sei persone erano morte in Laos per intossicazione da metanolo. Questo mette in evidenza un problema serio e ricorrente nella regione, che richiede maggiore attenzione da parte delle autorità locali e dei viaggiatori.

Per i genitori, il vuoto lasciato dalla perdita dei due giovani è incolmabile. “Abbiamo lavorato una vita per Greta e Arno, e ora tutto è diventato inutile”, ha confessato Paul, rammaricandosi per i sogni infranti di futuri nipoti e della speranza di accogliere Arno in Galles come un figlio. La loro vita, una volta piena di promesse e progetti, è stata stravolta dalla tragedia.



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