Un tragico caso di maltrattamenti ha scosso la comunità di Garden City, nel Galles, dove un bambino di soli due anni è deceduto dopo aver subito un brutale colpo alla testa. La vittima, identificata come nipote di Micheal e Kerry Ives, è morta nell’ospedale pediatrico Alder Hey di Liverpool nel 2021, e ora i nonni sono accusati di omicidio. Il pubblico ministero Caroline Rees ha descritto la situazione come “un attacco brutale avvenuto quella notte”, sottolineando che il piccolo era stato vittima di ripetute violenze da parte di chi avrebbe dovuto proteggerlo.
L’incidente fatale è avvenuto il 14 agosto 2021, quando il bambino si trovava nella casa dei nonni a Garden City. Durante l’assenza della madre, Shannon Ives, che si trovava al piano superiore, i nonni avrebbero aggredito il piccolo. Dopo aver subito un colpo violento al cranio, il bambino ha perso conoscenza. Secondo quanto emerso durante il processo, i nonni hanno chiamato i soccorsi con un ritardo di circa venti minuti. Quando il bambino è stato trasportato in ospedale, non ha mai ripreso conoscenza ed è deceduto due giorni dopo il ricovero.
Un esame medico post-mortem ha rivelato oltre 40 segni di violenza sul corpo del bambino, non solo al cranio ma anche in altre parti del corpo, evidenziando l’uso eccessivo della forza. Inoltre, il piccolo era gravemente sottopeso, pesando solo 10 kg e misurando 92 cm. Rees ha dichiarato in aula: “Era tragicamente sottopeso e pieno di lesioni”, sottolineando la gravità delle condizioni in cui versava il bambino.
In risposta alle accuse, i nonni hanno sostenuto di non avere alcun coinvolgimento nella morte del nipote, affermando che il bambino era collassato improvvisamente. Tuttavia, il pubblico ministero ha sostenuto che entrambi avessero concordato di mantenere il silenzio su quanto accaduto quella notte, cercando di nascondere la verità. Rees ha evidenziato che i nonni avrebbero preferito incolpare la figlia piuttosto che ammettere la loro responsabilità.
La madre, Shannon Ives, è stata anch’essa oggetto di scrutinio, poiché era a conoscenza dei comportamenti violenti del padre, ma non ha fatto nulla per proteggere il suo bambino. Testimonianze e immagini delle telecamere di sorveglianza hanno mostrato la donna apparentemente indifferente ai maltrattamenti inflitti dal padre al bambino. Durante un interrogatorio, Shannon ha ammesso di sentirsi impaurita dall’atteggiamento dei genitori, in particolare del padre, negando di aver permesso la morte del piccolo.
Ulteriori prove video hanno mostrato il nonno mentre picchiava il nipote, “facendolo penzolare come una bambola di pezza”. Rees ha descritto il filmato come “strazianti”, considerando il trauma che il bambino ha subito nelle ultime settimane di vita. Il processo, che ha suscitato grande attenzione mediatica, è previsto durare sei settimane e riprenderà lunedì prossimo.
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