Nella notte ignoti hanno danneggiato la targa commemorativa dedicata a Samb Modou e Diop Mor in piazza Dalmazia a Firenze. Il gesto, avvenuto a distanza di quindici anni dal duplice omicidio a sfondo razzista compiuto da Gianluca Casseri, ha destato sdegno e riaperto il dibattito sulla persistenza di episodi di matrice neofascista e xenofoba nel Paese.
L’episodio è stato segnalato da cittadini e associazioni locali, con il video della targa vandalizzata che ha iniziato a circolare sui social, generando indignazione. La lapide era stata posta per ricordare i due cittadini senegalesi uccisi a colpi di arma da fuoco nel dicembre 2011 da un simpatizzante di estrema destra.
Il contesto in cui si inserisce l’atto vandalico è segnato da una serie di episodi recenti che hanno suscitato polemiche e allarme. Diversi report e inchieste giornalistiche hanno documentato manifestazioni con saluti romani e cori inneggianti al nazismo, oltre a casi di aggressioni con connotazioni ideologiche e razziali.
Nel corso dell’ultimo anno, sono state registrate azioni che vanno dal tentato incendio di un centro islamico a Montello, al vandalismo contro la sede della “Casa del Popolo Thomas Sankara” a Catanzaro, fino a episodi violenti durante la “Festa in Rosso” a Quinzano, con denunce per aggressioni aggravate dall’odio razziale. A giugno i Carabinieri avevano condotto un’operazione a Varese contro l’associazione Do.Ra, contestando il reato di apologia del fascismo e sequestrando materiale con svastiche e immagini di Adolf Hitler.
Anche in ambito internazionale non sono mancate polemiche. Hanno fatto discutere il saluto a braccio teso del miliardario Elon Musk durante un evento negli Stati Uniti e, in Italia, l’invito del vicepremier Matteo Salvini al leader portoghese André Ventura, noto per dichiarazioni radicali sulle donne che scelgono di interrompere la gravidanza.
Parallelamente, in Europa si è discusso del “Remigration Summit”, ospitato proprio in Italia, che ha riunito movimenti nazionalisti di vari Paesi. Il termine “remigrazione”, vicino nel significato a “deportazione”, è stato più volte al centro delle critiche da parte delle associazioni per i diritti umani.
Le preoccupazioni sono condivise anche dalle istituzioni di sicurezza. Nel rapporto annuale presentato al Parlamento, i servizi di intelligence italiani hanno sottolineato la crescita del fenomeno suprematista, soprattutto tra i più giovani, sia in rete che in contesti di aggregazione.
Il vandalismo alla targa di piazza Dalmazia si inserisce dunque in un quadro complesso, in cui simboli e memorie storiche diventano spesso bersaglio di azioni che richiamano ideologie del passato. La memoria di Samb Modou e Diop Mor, scelti come obiettivo esclusivamente per il colore della pelle, resta legata al ricordo di uno dei più gravi episodi di violenza razzista avvenuti in Italia negli ultimi decenni.
In merito all’atto vandalico, il commento più citato in queste ore è quello dell’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini, che negli anni Settanta affermò: “Tutte le idee vanno rispettate, il fascismo no. Non è un’idea. È la morte di tutte le idee”.
Le indagini sono attualmente in corso per identificare i responsabili del danneggiamento. Nel frattempo, l’episodio ha riacceso il dibattito politico e sociale su quanto il fenomeno dei gruppi neofascisti sia ancora presente e radicato in diverse aree del Paese, a distanza di ottant’anni dalla fine del regime.
Il danneggiamento della targa a Firenze si aggiunge a una lunga lista di episodi che confermano come simboli e memorie legate alla lotta contro il razzismo e alla resistenza democratica restino oggi al centro di tensioni ideologiche e contrapposizioni politiche.



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