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Nel mirino dello youtuber romano Simone Ruzzi, noto come Cicalone, la risposta tardiva di Giuseppe Conte su microcriminalità e trasporti



Simone Ruzzi, in arte Cicalone, ha risposto con fermezza al post di Giuseppe Conte, che si è recentemente posizionato come difensore dei cittadini contro borseggi e scippi. Su Instagram, lo youtuber – già celebre per i suoi video contro la microcriminalità nella metropolitana di Roma – sostiene che il leader del M5S si sia svegliato troppo tardi. “Il signor Giuseppe Conte era stato invitato già diverso tempo fa ad una puntata di ‘Porta un politico in metro’… Ovviamente non è mai venuto… qualcuno si accorge in ritardo di un problema cronico”, ha scritto nelle sue storie, sottolineando un ritardo politico rispetto a un tema noto da tempo .



Di fronte a questo invito mancato, Conte ha ora sollevato l’urgenza di reagire alla microcriminalità, affermando che “bisogna reagire” e criticando misure passate, in particolare il decreto legislativo Cartabia sul procedimento penale: “con quelle modifiche, borseggiatori e scippatori rimangono di fatto impuniti quando manca la denuncia di chi subisce lo scippo” .

Secondo lo youtuber, però, la presa di posizione arriva dopo le sue segnalazioni video – e dopo che molti altri politici hanno accettato di partecipare al suo format, presentando in anteprima le situazioni di degrado. Nel suo post pubblico, Cicalone ha rimarcato: “quando l’ho invitato a fare un giro in metro non è venuto”, evidenziando un’assenza giudicata significativa da parte del leader pentastellato .

Il confronto accende il dibattito sulla coerenza politica: da un lato, Conte sostiene che l’opposizione al decreto sicurezza, avvenuta insieme ad altri partiti, era motivata dalla difesa della capacità di denunciare reati; dall’altro, Cicalone denuncia una distanza tra il discorso pro-attivo e l’azione sul campo. L’assenza di Conte al format dedicato alla metropolitana, infatti, è interpretata come la dimostrazione che “qualcuno si accorge in ritardo di un problema cronico” .

Il tutto avviene in un contesto in cui il tema della sicurezza urbana è sempre più al centro dell’agenda pubblica. Cicalone ha attirato l’attenzione delle autorità locali denunciando episodi quotidiani di borseggio in metro, che hanno portato la questura di Roma a intensificare i controlli anti-borseggio. In un servizio straordinario organizzato nelle principali stazioni della linea A, sono state identificate 96 persone, riconoscendo implicitamente l’efficacia delle segnalazioni fatte dallo youtuber.

Lo scontro tra realtà digitali e rappresentanza istituzionale continua a delinearsi: un youtuber che documenta – e spesso affronta direttamente – le microforme di criminalità urbana contro un politico che proclama interventi e accusando misure giuridiche del passato. Alla base, resta la domanda su quale sia il confine tra denuncia mediatica e responsabilità politica effettiva.

La questione aperta riguarda le convenienze e le tempistiche politiche: serve intervenire tempestivamente per contrastare reati quotidiani o è sufficiente intervenire solo dopo che il clamore mediatico costringe la politica a una reazione? Nel mentre, la risposta della pubblica opinione si muove tra chi percepisce in Cicalone una voce autentica del territorio e chi difende la funzione istituzionale delle scelte normative.

Con questo episodio, la microcriminalità in metro, i video “sul campo” e la performance politica diventano ingranaggi di un dibattito più ampio sulla sicurezza e sul ruolo di attivisti e istituzioni. La vicenda prosegue, con nuove aperture: verrà Conte a visitare con Cicalone una giornata tipo in metro? La risposta arriverà forse da un prossimo episodio del formato “Porta un politico in metro”.



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