Un grave incidente sul lavoro si è verificato questa mattina a Napoli, nel quartiere Arenella, precisamente in via San Giacomo dei Capri, al Rione Alto. Tre operai, tutti italiani, hanno perso la vita precipitando da un’altezza di circa 20 metri mentre erano impegnati in lavori di manutenzione sulla facciata di un edificio di sei piani. L’episodio è avvenuto intorno alle 9:40, quando il cestello elevatore su cui si trovavano si è improvvisamente piegato, facendo cadere i lavoratori nel vuoto.
Secondo le prime informazioni raccolte sul posto, i soccorritori del 118, giunti rapidamente dopo l’allarme, non hanno potuto far altro che constatare il decesso dei tre uomini. Le vittime, tutte di circa 50 anni, erano impegnate in un intervento di coibentazione, come suggeriscono le guaine ritrovate accanto ai corpi nel cortile del condominio.
Le indagini sull’incidente sono state affidate alla Procura di Napoli, con il coordinamento del procuratore aggiunto Antonio Ricci, responsabile della sezione dedicata a “Lavoro e colpe professionali”, e del sostituto procuratore Stella Castaldo. Al momento, gli investigatori stanno cercando di ricostruire la dinamica dei fatti e di accertare eventuali responsabilità. Sul luogo della tragedia sono intervenuti anche la Polizia Scientifica, i Vigili del Fuoco e la Polizia Locale.
Uno degli aspetti su cui si stanno concentrando le verifiche riguarda l’uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI). Secondo quanto denunciato dai sindacati degli edili, i tre operai non indossavano caschi protettivi né erano imbracati, come previsto dalle normative sulla sicurezza. Tuttavia, sarà compito dei periti tecnici della Procura stabilire con certezza se i DPI fossero effettivamente assenti o se possano essere stati rimossi o dispersi durante la caduta.
Dalle immagini visionate dagli inquirenti e riportate da Fanpage.it, sui corpi delle vittime non sarebbero stati osservati segni riconducibili all’uso di tali dispositivi. Inoltre, i sindacati hanno segnalato l’assenza di un cartello che indicasse la presenza del cantiere, un’altra possibile violazione delle norme di sicurezza.
Per quanto riguarda le cause tecniche dell’incidente, una delle ipotesi principali è il cedimento strutturale del cestello elevatore. Si sospetta che possa essere stato causato dalla rottura di un perno o dal malfunzionamento del fine corsa del montacarichi. Il mezzo, secondo le prime verifiche, apparterrebbe alla ditta Pietrolungo ma sarebbe stato noleggiato da un’altra azienda incaricata dei lavori sull’edificio.
La tragedia ha sollevato nuovamente il tema della sicurezza nei cantieri edili e delle condizioni lavorative degli operai. I sindacati hanno espresso profonda preoccupazione per l’accaduto e hanno chiesto che vengano adottate misure più rigorose per prevenire simili incidenti in futuro. “Non possiamo accettare che nel 2023 si muoia ancora sul lavoro per mancanza di sicurezza”, hanno dichiarato i rappresentanti delle organizzazioni sindacali.
L’area è stata posta sotto sequestro per consentire agli investigatori di effettuare tutti i rilievi necessari. Sarà fondamentale determinare se l’attrezzatura utilizzata fosse adeguata e conforme alle normative vigenti e se fossero state rispettate tutte le procedure previste per garantire l’incolumità dei lavoratori.
L’incidente al Rione Alto rappresenta l’ennesimo caso di decesso sul lavoro in Italia, un fenomeno che continua a destare allarme e indignazione. Secondo i dati più recenti dell’INAIL, il numero di morti bianche nel settore edile rimane elevato, nonostante gli sforzi per migliorare le condizioni di sicurezza nei cantieri.
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