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“Non avrebbe mai sostenuto il Pride!” La tessera 2026 con la leader DC voluta da Schlein scatena reazioni



L’onorevole Carlo Giovanardi esprime forti riserve riguardo all’inserimento di Tina Anselmi come testimonial sulla tessera del Partito Democratico per il 2026. La notizia ha suscitato un ampio dibattito, poiché Anselmi, scomparsa dieci anni fa, non ha mai aderito al Pd durante la sua vita, come confermato dalla sua famiglia. In un’intervista, Giovanardi ha affermato: “Come si fa ad usare Tina Anselmi come testimonial sulla tessera del Pd del 2026, un partito che sotto la guida di Elly Schlein sostiene principi totalmente opposti a quelli testimoniati da Tina Anselmi con grande coerenza in tutto il suo impegno politico?”



Giovanardi sostiene che l’appropriazione della figura di Anselmi da parte del Pd sia inaccettabile, sottolineando che lei non avrebbe mai appoggiato le attuali posizioni del partito. “Il fatto certo è che lei non è mai entrata in quel partito. Lo scandalo sta proprio nell’appropriarsi della sua storia per farne la testimonial di atteggiamenti radicali che non ha mai condiviso in vita sua, ma che viceversa ha sempre combattuto,” ha dichiarato.

La posizione di Tina Anselmi riguardo all’aborto è un altro punto di discussione. Giovanardi chiarisce che, sebbene Anselmi fosse contraria all’aborto come cattolica, da Ministro della Repubblica non poteva che rispettare il voto del Parlamento che ha approvato la legge 194. “La legge 194 al primo articolo tutela la maternità ed in quelli successivi subordina l’interruzione della gravidanza al verificarsi di certe condizioni,” ha spiegato. Secondo Giovanardi, questo dimostra che Anselmi non avrebbe mai sostenuto l’idea che l’aborto sia un diritto assoluto.

In merito alla possibilità di vedere Anselmi sul carro del Gay Pride, Giovanardi ha risposto in modo provocatorio: “Ce lo vede Carlo Giovanardi sul carro del Gay Pride? Le probabilità sono le stesse.” Questo commento evidenzia la sua convinzione che la visione politica e sociale di Anselmi fosse in netto contrasto con quella del Pd attuale.

Quando gli è stato chiesto chi potrebbe finire sulla tessera del Pd in futuro, Giovanardi ha risposto con un tono scettico, affermando: “Non voglio essere cattivo profeta ma, se questo può servire ad evitarlo, desidererei non vederci Don Camillo.” Le sue parole suggeriscono una preoccupazione per come la storia e i valori politici vengano reinterpretati nel contesto attuale.

Un altro punto sollevato è la mancanza di reazioni da parte degli ex democristiani di fronte a questa situazione. Giovanardi ha espresso la sua sorpresa per l’assenza di una risposta collettiva, affermando: “In effetti mi sarei aspettato una levata di scudi immediata e corale di tutti quei movimenti che si rifanno alla storia della Democrazia Cristiana.” Ha invitato tutti a unirsi in una richiesta per annullare quella che considera un’operazione di mistificazione storica.

Infine, Giovanardi ha sollevato interrogativi sulla silenziosa posizione di figure come Rosy Bindi e Pier Ferdinando Casini, chiedendo: “Perché non chiedete a loro il motivo?” Questo evidenzia la frustrazione di Giovanardi nei confronti di una mancanza di unità tra coloro che condividono una storia politica comune.

Carlo Amedeo Giovanardi, 75 anni, è un politico di lungo corso che ha iniziato la sua carriera nella Democrazia Cristiana nel 1969. Laureato in giurisprudenza e con un passato come carabiniere, ha ricoperto ruoli significativi, tra cui quello di ministro per i rapporti con il Parlamento e sottosegretario alle politiche familiari nel governo Berlusconi. La sua esperienza politica e le sue opinioni forti lo rendono una figura di riferimento nel dibattito attuale.



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