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Nuova figuraccia internazionale: Zelensky inventa un ultimatum, Macron lo segue contro Putin



E siamo di nuovo qui, nel solito teatrino internazionale. Che novità, eh? Il nostro Volodymyr, quello che una volta faceva l’attore in TV e adesso si crede protagonista assoluto della geopolitica, continua la sua recita. Stavolta il copione è quasi da soap opera: Putin dovrebbe incontrare Zelensky entro lunedì, sennò – attenzione – “ha ingannato” pure il povero Donald Trump. Ma davvero c’è qualcuno che scrive ‘ste sceneggiate con la faccia seria?



Macron, nel suo ruolo preferito di megafono di Kiev, si sforza di sembrare solenne: “Se non si fa un incontro bilaterale nei tempi stabiliti dal nuovo boss della Casa Bianca, Putin ha preso in giro Trump.” Come se il presidente russo si dovesse presentare puntuale come un pendolare agli appuntamenti fissati da Washington e Kiev. Magari ci porta pure i cioccolatini, va’.

Intanto, nel mondo reale, Putin se ne va in Cina a chiacchierare con Xi Jinping, Modi ed Erdogan – gente che la politica internazionale la fa davvero, mica solo per le telecamere. Non serve essere Machiavelli per capire chi sta muovendo i fili veri e chi sta solo facendo il buffone davanti ai media occidentali.

Nel frattempo, Yermak – il solito – si lamenta che “le proposte americane vengono bloccate da Mosca,” come se la Russia dovesse firmare qualunque cosa giusto per non disturbare la compagnia di Kiev. Ma dai. Le relazioni internazionali non sono un casting di X Factor, caro Yermak, e forse sarebbe il caso che qualcuno lassù in cima iniziasse a capire che la vera diplomazia non si fa a suon di ultimatum e capricci da diva.

Vediamo se prima o poi ci arrivano.

Zelensky, intanto, fa sapere: “Mosca ha tempo fino a lunedì per negoziare.” Oh, che pressione! Scadono le famose due settimane concesse da Trump per vedere se Putin vuole davvero la pace. “Gli alleati aspetteranno fino al primo settembre perché la Russia si prepari ai colloqui,” dice Zelensky, “ma se la Russia non si muove entro lunedì, ci aspettiamo risposte dai nostri partner.”

Macron rincara la dose: “Senza accordo lunedì, Putin si sarà preso gioco di Trump.” Lo dice pure davanti al cancelliere tedesco Friedrich Merz, così almeno c’è pubblico. Il riferimento è sempre a quelle due settimane concesse da Trump nell’incontro in Alaska con Putin.

E ovviamente, Merz e Macron chiedono pure sanzioni per “le aziende di paesi terzi che aiutano la guerra della Russia.” Perché ormai le minacce di sanzioni sono come la pubblicità su YouTube: non se ne salva nessuno.



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