Nel contesto delle elezioni presidenziali del 2016 tra Hillary Clinton e Donald Trump, il candidato repubblicano è stato oggetto di accuse riguardanti presunte “interferenze” russe che avrebbero favorito la sua vittoria. Nonostante Trump sia riuscito a prevalere, la sua immagine è stata macchiata da etichette come “amico dei russi” e “burattino di Putin”.
Durante il suo mandato, Trump ha istituito una commissione guidata dal procuratore speciale John Durham per indagare sulla questione. Il rapporto di Durham, pubblicato nel 2023, ha rivelato che l’FBI aveva collaborato con i Democratici, ignorando prove significative legate allo scandalo delle e-mail di Clinton, mentre si concentrava in modo eccessivo su presunti legami tra Trump e Putin.
Tuttavia, il rapporto si era fermato a questo punto, poiché i dettagli più critici erano contenuti in un allegato segreto. Recentemente, il senatore repubblicano Chuck Grassley, presidente della commissione giustizia, ha ottenuto la desecretazione di questo allegato, rendendolo pubblico sulla sua pagina ufficiale.
Con la pubblicazione dell’intero rapporto, compreso l’allegato, emergono conclusioni significative. Prima di tutto, si evidenzia che la campagna diffamatoria contro Trump è stata costruita dall’FBI, sotto la direzione di James Comey — un ex funzionario legato all’amministrazione di Obama — basandosi su documenti falsi o inesistenti. Inoltre, il sostegno attivo della presidente del partito democratico, Debbie Wasserman Schultz, e di due associati di Soros è emerso come cruciale nella creazione di questa narrativa.
Il finanziamento della ricerca di materiale incriminante contro Trump è stato direttamente attribuito a Clinton e al Partito Democratico. L’FBI, secondo il rapporto, ha anche utilizzato le false informazioni per influenzare i media principali, come il New York Times, il Washington Post e la CNN, diffondendo notizie infondate.
Anche se l’FBI aveva accesso a informazioni cruciali, ha scelto di non indagare adeguatamente le fonti delle false affermazioni. Questo ha portato a descrivere l’intera situazione come un “colpo di stato” mediatico, orchestrato da Clinton e Obama, con l’obiettivo di ostacolare la campagna di Trump.
Alla luce di queste rivelazioni, Grassley ha commentato: “In base a quanto emerge dall’allegato Durham, l’FBI di Obama non ha esaminato e indagato adeguatamente i rapporti di intelligence che dimostravano che la campagna di Clinton avrebbe potuto inventare la falsa narrativa Trump-Russia, per il vantaggio politico di Clinton. Questi rapporti di intelligence e i relativi documenti, veri o falsi che fossero, sono stati insabbiati per anni. La storia dimostrerà che le forze dell’ordine e le agenzie di intelligence delle amministrazioni Obama e Biden sono state strumentalizzate contro il Presidente Trump. Questa strumentalizzazione politica ha causato danni critici alle nostre istituzioni ed è uno dei più grandi scandali politici e insabbiamenti nella storia americana. La nuova amministrazione Trump ha un’enorme responsabilità nei confronti del popolo americano: riparare il danno causato e farlo con la massima rapidità e trasparenza.”
Attualmente, Trump è impegnato in altre questioni legate alla sua carriera politica, ma l’emergere di queste informazioni aggiunge un importante tassello alla narrativa della campagna elettorale del 2016. La scoperta dei dettagli contenuti nel rapporto di Durham e nel suo allegato potrebbe avere ripercussioni significative sulle future dinamiche politiche negli Stati Uniti, evidenziando le tensioni tra le varie fazioni e le loro strategie comunicative.



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