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Oggi Israele ha ucciso 74 palestinesi a Gaza, tra cui 14 civili vicino ai centri di aiuti. Raid ha colpito rifugio a Gaza City e una 66enne a Gerusalemme Est.



Una nuova ondata di bombardamenti condotta dalle Forze di Difesa israeliane ha causato almeno 74 morti nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore, secondo fonti ospedaliere locali. Tra queste vittime, 14 civili sono rimasti uccisi nei pressi di centri umanitari, dove si erano radunati nella speranza di ricevere cibo. Ciò conferma il trend drammatico delle cosiddette “stragi della farina”, ormai parte di un copione quotidiano che vede famiglie affamate colpite mentre si avvicinano agli aiuti.



Nella notte, un bombardamento ha distrutto un edificio adibito a rifugio per sfollati nella zona della stazione di carburante di Gaza City. Ramzi Khaled, uno dei sopravvissuti, ha descritto una scena straziante: “All’improvviso, senza nessun avvertimento, il rifugio è stato colpito. Il soffitto è crollato. C’erano circa 12 persone. Sono state fatte a pezzi. Abbiamo recuperato quello che abbiamo potuto, tre persone fatte a pezzi, e ora stiamo cercando di recuperare qualcun altro, un martire e gli altri che si trovano sotto le macerie. Abbiamo iniziato a lavorare con un martello e altri strumenti primitivi. Non ci sono bulldozer o mezzi che ci aiutino.”

Contemporaneamente, a Gerusalemme Est, durante un raid nel campo profughi di Shuafat, una donna di 66 anni, Zahia Joudeh al‑Obeidi, è stata uccisa con un colpo alla testa da colpi d’arma da fuoco, come riportato dall’agenzia palestinese Wafa. Fonti locali indicano che in seguito le autorità israeliane hanno convocato suo marito per interrogarlo. Israele, per ora, non ha fornito una versione ufficiale dell’accaduto.

Sul fronte diplomatico, i negoziati per un cessate il fuoco tra Hamas e Israele, facilitati da mediatori egiziani e qatarioti, proseguono a rilento. Taher al‑Nunu, rappresentante del movimento islamista, ha dichiarato che, nonostante le conversazioni in corso, non sono ancora emerse proposte concrete per porre fine a un conflitto ormai arrivato al suo 21° mese.

Nel frattempo, il bilancio umanitario nella Striscia di Gaza peggiora costantemente: la popolazione è senza cibo né acqua potabile, gli ospedali hanno superato il limite della loro capacità, e centinaia di migliaia di persone sono state sfollate. La conta delle vittime continua ad aumentare, mentre le possibilità di un accordo di pace sembrano sempre più remote.



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