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Dopo 44 anni la verità su Palmina Martinelli: “Non fu suicidio, fu uccisa”. Ma nessuno è indagato



Dopo 44 anni, nuova svolta sul caso Palmina Martinelli: la 14enne di Fasano, trovata avvolta dalle fiamme nella sua abitazione l’11 novembre 1981 e deceduta al Policlinico di Bari dopo 22 giorni, non si è suicidata. Il Gip di Bari, Giuseppe Battista, ha stabilito che quanto accaduto rientra nell’alveo dell’omicidio.



L’adolescente, secondo quanto ricostruito, sarebbe stata uccisa, arsa viva, probabilmente per essersi sottratta a un giro di prostituzione minorile. Nonostante la nuova ipotesi accusatoria, è stata archiviata la posizione dell’unico indagato, C.C., cognato della vittima. L’identità dell’omicida, pertanto, rimane ancora sconosciuta.

Palmina Martinelli fu rinvenuta avvolta dalle fiamme nella doccia della propria abitazione nel novembre del 1981. Decedette dopo ventidue giorni di agonia a causa delle ustioni riportate. Le due persone che, oltre trent’anni fa, furono sospettate dell’omicidio (Enrico Bernardini e Giovanni Costantini) furono processate e assolte definitivamente con una sentenza della Corte di Cassazione che stabilì la natura suicidaria dell’evento. Il Giudice per le Indagini Preliminari, Battista, ha espresso parere contrario, affermando che va esclusa “con certezza ed al di là di ogni ragionevole dubbio che Palma Martinelli, per tutti Palmina, si sia suicidata. Quanto avvenuto il pomeriggio del 11 novembre 1981 va senz’altro nell’alveo dell’omicidio”.

Nello specifico, la tesi del suicidio “era erronea, e sorge spontanea la domanda sul perché considerazioni logiche e ragionevoli quali quelle dei consulenti di Giacomina Martinelli (sorella della vittima) non fossero emerse in quel momento. Ciò, tuttavia, non costituisce elemento probatorio spendibile nei confronti del cognato di Palmina, ovvero suscettibile di approfondimenti in sede dibattimentale”. Pertanto, sebbene il decreto di archiviazione firmato dal Giudice per le Indagini Preliminari Battista non disponga ulteriori indagini, la giustizia ha riconosciuto che la morte di Palmina non fu un suicidio.

La consulenza tecnica di Vittorio Delfino Pesce e Tommaso Fiore, nominati da Giacomina Martinelli, sarebbe stata cruciale: i periti, come riporta la stampa locale, hanno dimostrato che prima dell’incendio la ragazza si era protetta il volto con entrambe le mani. “La corrispondenza delle ustioni sul viso e sulle mani indica chiaramente che l’incendio fu quindi provocato da altri”, ha scritto il Giudice per le Indagini Preliminari.



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