Un’ondata di caldo senza precedenti sta colpendo l’Europa, con temperature vicine ai 40 gradi. In Catalogna, un vasto incendio ha causato due vittime e costretto 20mila persone a rimanere chiuse in casa.
L’Europa sta affrontando un’intensa ondata di calore che ha già causato danni significativi e vittime in diversi Paesi. Tra le nazioni più colpite ci sono la Spagna, il Portogallo, l’Italia e la Francia, dove le temperature hanno raggiunto livelli record. In particolare, la situazione è critica in Catalogna, dove un incendio devastante ha portato alla morte di due persone e costretto migliaia di residenti a rimanere confinati nelle proprie abitazioni per precauzione.
In Italia, le temperature elevate hanno superato i 40 gradi in alcune aree, causando un aumento dei blackout e degli accessi ai pronto soccorso. Il Ministero della Salute ha esortato la popolazione a seguire le misure anti-caldo, soprattutto per proteggere le persone più vulnerabili, come anziani e bambini.
In Catalogna, l’incendio che si è sviluppato nella località di Torrefeta, nel distretto di la Segarra (provincia di Lleida), ha già bruciato circa 5mila ettari di terreno agricolo, rendendolo uno dei più grandi incendi registrati nella regione negli ultimi anni. Le vittime, un agricoltore di 32 anni e un operaio di 45 anni, sono state trovate all’interno del perimetro colpito dal fuoco nel comune di Coscò, a circa 20 chilometri dal punto in cui le fiamme hanno avuto origine. Secondo i Vigili del fuoco catalani, il rogo è stato alimentato da forti venti e dalle temperature elevate.
Nonostante l’estensione delle fiamme, i pompieri sono riusciti a stabilizzare il fronte dell’incendio e stanno ora lavorando per mettere in sicurezza l’intera area colpita, prevenendo ulteriori riattivazioni. L’ondata di calore, con temperature che continuano a sfiorare i 40 gradi, rappresenta comunque una minaccia costante per la regione.
A causa del denso fumo prodotto dall’incendio, la Protezione Civile ha disposto il confinamento in casa di circa 20mila persone residenti in nove comuni della zona, invitandole a chiudere porte e finestre. La colonna di fumo ha raggiunto un diametro di 14 chilometri e si è propagata fino a 300 chilometri di distanza, rendendo necessario adottare misure straordinarie per tutelare la salute pubblica. Durante la notte scorsa, il confinamento è stato revocato nella maggior parte delle aree interessate, ma circa 14mila persone rimangono sotto allerta e potrebbero essere nuovamente confinate qualora la situazione peggiorasse.
Oltre al principale incendio a Torrefeta, un altro focolaio è stato registrato nel distretto di Sanauja, dove sono stati bruciati circa 40 ettari di vegetazione. Anche nella provincia catalana di Tarragona si segnalano episodi simili, ma con danni meno rilevanti rispetto a quelli nella zona di la Segarra.
Secondo l’agenzia meteorologica spagnola Aemet, il mese di giugno appena concluso è stato il più caldo mai registrato nel Paese, con una temperatura media di 23,6 gradi, superando di 0,8 gradi il precedente record del 2017. Questo dato sottolinea l’intensità dell’attuale crisi climatica che sta colpendo il continente europeo.
Nel frattempo, anche la Francia sta affrontando gravi conseguenze legate al caldo estremo. Due persone sono morte a causa di malori provocati dalle alte temperature. Inoltre, il Paese ha dovuto far fronte a fenomeni meteorologici estremi che hanno seguito l’ondata di calore: violenti temporali hanno causato altre vittime e feriti in diverse regioni.
L’ondata di calore dovrebbe proseguire ancora per alcuni giorni, mantenendo alta l’allerta in tutta l’Europa meridionale. Le autorità continuano a monitorare la situazione e a invitare la popolazione a rispettare le raccomandazioni per evitare ulteriori tragedie.
Le immagini provenienti dalla Catalogna mostrano l’entità del disastro e ricordano quanto sia urgente affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici. La combinazione tra alte temperature, venti forti e terreni secchi rappresenta un rischio sempre maggiore per le comunità locali e per l’ambiente.
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