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Ornella Vanoni è morta a 91 anni per un arresto cardiocircolatorio



La musica italiana piange la scomparsa di Ornella Vanoni, che si è spenta all’età di 91 anni nella sua abitazione di Milano poco prima delle 23 di giovedì 20 novembre. La causa della morte è stata un arresto cardiocircolatorio, e all’arrivo dei soccorritori del 118, la cantante era già deceduta. Vanoni lascia un figlio, Cristiano, nato dal matrimonio con Lucio Ardenzi, che è venuto a mancare il 2 luglio 2002. La cantante era anche nonna di due nipoti, Camilla e Matteo, con i quali aveva un legame molto profondo.



Ornella Vanoni è stata una delle figure più iconiche della musica italiana, un’artista che ha segnato la cultura nazionale attraverso il teatro, la musica e la televisione. Con una carriera che si è estesa per oltre settant’anni, Vanoni ha iniziato la sua avventura artistica al Piccolo Teatro di Milano sotto la direzione di Giorgio Strehler, uno dei suoi grandi amori. La sua carriera musicale è stata costellata da successi indimenticabili, tra cui brani come “L’appuntamento”, “Sant’allegria”, “La voglia e la pazzia” e “Rossetto e cioccolato”, che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia della canzone italiana.

La sua versatilità le ha permesso di esplorare vari generi musicali, dal jazz alla bossanova, portando in Italia il suono brasiliano grazie alla sua collaborazione con Sergio Bardotti. La sua voce unica e la sua eleganza hanno fatto di lei una pioniera della musica pop d’autore, e ha avuto l’opportunità di collaborare con alcuni dei più importanti artisti italiani.

Un momento significativo della sua carriera è stato il sodalizio con Gino Paoli per il brano “Senza fine”, che ha anche dato vita a una storia d’amore di cui Vanoni ha spesso parlato nelle sue interviste. Cresciuta in un ambiente internazionale, ha frequentato collegi in Svizzera, Francia e Inghilterra, ma il suo vero destino era il palcoscenico. Nel 1953, si è iscritta all’Accademia di arte drammatica del Piccolo Teatro, dove ha iniziato a costruire la sua carriera artistica.

Nel corso della sua vita, Vanoni ha avuto l’opportunità di condividere tavoli e conversazioni con intellettuali e artisti di fama mondiale, come Bertold Brecht, Herbert Von Karajan e Hugo Pratt. Anche in Argentina, ha potuto ascoltare conferenze di Jorge Luis Borges, sottolineando il suo amore per l’arte e la cultura. Come ha affermato in un’intervista a Fanpage, “la vita è l’arte dell’incontro, se ti interessa qualcuno, lo devi cercare finché lo trovi”.

Dopo aver iniziato con il teatro e le canzoni legate al mondo della mala, Vanoni ha trovato una sua strada distintiva, incidendo album straordinari come “La voglia, la pazzia, l’incoscienza e l’allegria”, in collaborazione con Vinicius De Moraes e Toquinho. Tra le sue canzoni più celebri, “L’appuntamento” è stata sia un successo che una sfida: “Non posso liberarmene, tutto il mondo la conosce, è quasi come se avessi fatto solo quella. Però devo ammetterlo, c’ha qualcosa, forse sarà per questa frase: ‘Ho sbagliato tante volte ormai’ che potresti cantare anche a 11 anni. È una canzone universale, ha una melodia che ti prende molto”.

Nel 1999, Vanoni ha ricevuto il Premio alla carriera al Festival di Sanremo. I suoi ultimi album, “Unica” e “Diverse”, hanno continuato a mostrare la sua evoluzione artistica, mentre l’ultima tournée, “Senza fine”, ha rappresentato un omaggio alla sua lunga carriera. Negli ultimi anni, ha collaborato con artisti più giovani, come Marracash, Mahmood, Elodie e Ditonellapiaga, dimostrando la sua apertura verso nuove generazioni di musicisti.

Ornella Vanoni era anche un’ospite fissa di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, dove ha fatto la sua ultima apparizione televisiva. Proprio Fazio ha espresso il suo dolore per la perdita, dichiarando: “Sono senza parole e non ero pronto a tutto questo. Non mi pare possibile. Non riesco a dire proprio niente”. Anche Luciana Littizzetto ha voluto ricordarla su Instagram, scrivendo: “Tesora mia adorata”.

Negli ultimi tempi, Vanoni aveva parlato della morte con ironia e senza paura, una delle sue caratteristiche più apprezzate. “Ma perché bisogna vivere di più di quello che ci tocca vivere? Io voglio vivere finché mi tocca vivere però fammi vivere bene fino a quel momento” aveva detto durante una presentazione. La sua visione della vita e della morte ha lasciato un segno profondo, rendendo la sua figura ancora più iconica nel panorama culturale italiano.



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