Nel corso di “Coffee Break” su La7, Paolo Crepet, psichiatra e scrittore, ha criticato con nettezza alcune posizioni espresse dall’europarlamentare Benedetta Scuderi (Avs – Verdi) e, per estensione, dal leader di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, in merito alla transizione energetica basata su solar‑eolico e mobilità elettrica. Rivendicando un approccio pragmatico, Crepet ha messo in guardia dai limiti infrastrutturali e ambientali che tali proposte comportano.
Crepet ha preso di petto l’efficacia delle pale eoliche, osservando che “una pala eolica sono 120‑130 metri” e sollevando dubbi sull’effettiva praticabilità di installare infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici in contesti urbani densi. “La macchina elettrica a Prati? Butti giù il filo dalla finestra?”, ha ironizzato riferendosi alla sua esperienza a Roma.
Sul fronte del solare, ha evidenziato che il terreno agricolo verrebbe fortemente compromesso. “Il solare è meraviglioso – ha ammesso – ma quanti migliaia di ettari della pianura padana dobbiamo coprire? E cosa metti sotto i pannelli per non far crescere l’erba? Non va a finire in una falda?”. Con lo sguardo lucido e critico, ha poi dato un’occhiata all’infrastruttura necessaria: “Mancano le infrastrutture”, gli ha fatto eco il giornalista Andrea Pancali.
Il psichiatra ha ricordato la lunga frequentazione personale con Angelo Bonelli, sottolineando che sono amici da oltre 25 anni e che hanno sostenuto dibattiti su questi temi in modo amichevole. Ma, ha avvertito, “non si può dire ‘Proviamo la cosa. È fatta’. Ma fatta che cosa?”. Il suo quesito metteva in risalto l’esigenza di passare dalle parole ai fatti, con la concretezza di sistemi operativi già presenti sul territorio.
Crepet ha poi descritto uno scenario emblematico: “40 minuti per la ricarica nell’auto con il sole? Oggi pomeriggio con 42 gradi c’è un signore che deve ricaricare la macchina, non si sa dove, c’ha l’app, è terrorizzato perché non si sa dove è la prossima ricarica, che forse gli finisce la macchina. Allora questo è un problema da risolvere”. La denuncia è netta: mancano infrastrutture, informazioni affidabili e copertura capillare.
Critiche alle pale eoliche
Un elemento rilevante dell’intervento di Crepet riguarda proprio le dimensioni e l’impatto delle pale eoliche. Con un passo deciso, lo psichiatra ha ricordato gli enormi ingombri – “120‑130 metri” di altezza – sollevando dubbi su un piano di diffusione indiscriminata in aree urbane. La sua domanda – “Butti giù il filo dalla finestra?” – suona come una provocazione diretta ai sostenitori dell’auto elettrica senza riflettere sulle necessità reali delle infrastrutture.
Solar‑farm e consumi di suolo agricolo
Crepet ha spostato l’attenzione sull’utilizzo intensivo di suoli agricoli, in particolare nella pianura padana, per ospitare impianti solari. Interrogandosi su quante migliaia di ettari sarebbero necessari e su come gestire la vegetazione sottostante, ha messo in evidenza la potenziale minaccia alle falde idriche, spazzando via l’ottimismo di un passaggio ecologico illimitato.
Infrastrutture inadeguate per le ricariche
Con l’episodio caldo di un automobilista in difficoltà, Crepet ha riportato alla dimensione esperienziale: “42 gradi, app che non indica la prossima stazione, paura di rimanere a secco”. Un quadro disarmante che ben rappresenta il mismatch tra disponibilità di veicoli elettrici e diffusione reale delle colonnine di ricarica, inclusa la pianificazione energetica delle reti.
La sfida del pragmatismo
Nel prosieguo del dibattito, Crepet ha invitato a superare il fazioso entusiasmo politico, richiamando la necessità di un confronto basato su dati. Citando il suo rapporto personale con Bonelli (“conosciuto da una vita”), ha dimostrato che il confronto è possibile, purché privo di slogan e basato sul “cosa fare concretamente”, non solo sul “proviamo e vediamo”.
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