Le azioni di Tesla hanno registrato un ulteriore calo, perdendo il 13,23% durante la giornata di contrattazioni a Wall Street. Questo rappresenta il più grande calo intraday dal gennaio 2023 e porta la capitalizzazione di mercato della società a un decremento del 45% rispetto al picco storico di 1.500 miliardi di dollari raggiunto il 17 dicembre. Se il titolo chiudesse vicino al minimo di sessione di 225,59 dollari, si tratterebbe dell’abbassamento più significativo in un solo giorno dall settembre 2020.
Le ragioni di questo crollo sono molteplici e includono un calo delle vendite in mercati chiave come Cina, Stati Uniti e Europa, oltre al crescente coinvolgimento politico di Elon Musk, CEO dell’azienda. Dopo aver espresso il suo sostegno alla campagna elettorale di Donald Trump, Musk è stato nominato a capo del Doge, il Dipartimento per l’Efficienza Governativa. Questa nuova posizione ha sollevato preoccupazioni tra gli investitori, i quali temono che possa distrarlo dalle sue responsabilità aziendali.
In aggiunta, Tesla sta affrontando sfide legali e indagini federali legate a incidenti, alcuni dei quali mortali, connessi ai sistemi di assistenza alla guida Autopilot e Full Self-Driving. Le minacce di Trump riguardo a possibili dazi sui prodotti provenienti da Canada e Messico hanno ulteriormente alimentato l’ansia tra gli investitori.
Le vendite di Tesla hanno subito un forte contraccolpo nell’ultimo anno. In California, il più grande mercato statunitense per i veicoli elettrici, le vendite sono diminuite del 12%, nonostante un aumento delle immatricolazioni totali di veicoli elettrici nello Stato. Inoltre, diversi clienti hanno iniziato a vendere le loro auto Tesla come forma di protesta contro Elon Musk. La cantante Sheryl Crow, ad esempio, ha pubblicato un video su Instagram nel quale salutava il suo veicolo mentre veniva caricato su un camion, accompagnando il tutto con la didascalia: “Arriva il momento in cui devi decidere con chi sei disposto ad allinearti. Addio Tesla”.
La crisi di Tesla non si limita agli Stati Uniti; anche in Europa l’azienda sta affrontando difficoltà significative. In Germania, le vendite sono crollate del 59% a gennaio, un calo attribuibile anche alle dichiarazioni politiche di Musk. Quest’ultimo ha affermato che i tedeschi si sono “concentrati troppo sulle colpe del passato”, facendo riferimento al nazismo, e ha espresso sostegno per l’Alternative für Deutschland (AfD), che ha ottenuto il secondo posto alle ultime elezioni.
Il crollo delle azioni di Tesla ha anche un impatto diretto sul patrimonio di Elon Musk, uno dei principali azionisti dell’azienda. Le vendite sono diminuite anche nel Regno Unito e in Francia. In Svezia, continua da due anni lo sciopero dei meccanici contro Tesla, e a gennaio la domanda di auto è calata del 44%. In Norvegia, le vendite sono scese del 38%.
La situazione in Cina è particolarmente allarmante. Secondo la China Passenger Car Association (CPCA), Tesla ha venduto solo 30.688 veicoli, quasi la metà rispetto all’anno precedente. Inoltre, i veicoli prodotti in Cina e venduti all’estero hanno registrato un calo dell’87% rispetto a febbraio 2024.
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