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“Perché sei lesbica? Che spreco”, e matite infilate tra le natiche delle studentesse: insegnante condannato a Torino



Un docente di 55 anni condannato per molestie: le sue frasi volgari e i suoi gesti ambigui hanno scatenato indignazione e portato a un processo.




Un caso che ha scosso il mondo scolastico di Torino. Un professore di 55 anni, insegnante in un liceo artistico, è stato condannato in appello a un anno di carcere con sospensione condizionale per molestie nei confronti delle sue studentesse. In primo grado, la pena era stata decisamente più lieve, con una semplice ammenda di 400 euro e l’assoluzione dall’accusa di violenza sessuale.

Le vicende risalgono al 2021, quando otto studentesse, di età compresa tra i 17 e i 18 anni, hanno denunciato il docente per atteggiamenti e parole che hanno definito inaccettabili. Tra le accuse, emergono frasi come: “Perché sei lesbica? Sei sprecata”, oppure “non ti piegare che mi istighi”. In un altro episodio, il professore avrebbe detto: “Vogliamo arrivare insieme alla fine dell’anno? Vestiti in maniera adeguata”.

Non si tratta solo di parole. Durante una lezione, il docente avrebbe infilato una matita e un fazzoletto tra le natiche di una studentessa piegata sul banco, accompagnando il gesto con commenti volgari. In un altro caso, si sarebbe avvicinato a una ragazza per sfiorarle l’ombelico, mentre ad altre due avrebbe fatto osservazioni ambigue su atti osceni, aggiungendo che gli avrebbe fatto “piacere guardare”.

Il professore, difeso dagli avvocati Laura Piera Cavallo e Francesco Crimi, ha negato molte delle accuse e ha cercato di giustificare il suo comportamento definendolo un “metodo educativo”. Secondo la sua versione, il linguaggio utilizzato era finalizzato a insegnare alle ragazze l’importanza di un abbigliamento consono e rispettoso in ambiente scolastico. “Sono un insegnante e il mio compito è quello di educare”, ha dichiarato durante il processo.

Tuttavia, questa linea difensiva non ha convinto i giudici. Le testimonianze delle studentesse hanno tracciato un quadro chiaro e inquietante del comportamento del docente. Il tribunale ha quindi deciso per una condanna più severa rispetto al primo grado, sottolineando la gravità delle sue azioni.

Questo caso si aggiunge ad altri episodi simili che stanno emergendo in diverse scuole italiane, sollevando interrogativi sull’adeguatezza di alcuni insegnanti e sull’importanza di garantire un ambiente scolastico sicuro e rispettoso per tutti gli studenti.

La vicenda del liceo artistico torinese rappresenta un monito per il sistema scolastico: non si può tollerare alcun tipo di comportamento che possa mettere a disagio o minare la dignità degli studenti. Le denunce delle ragazze hanno acceso i riflettori su una realtà che non può essere ignorata e che richiede interventi decisi per prevenire futuri abusi.



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