La Corte d’Assise d’Appello di Torino ridetermina la pena per l’ex sindaca Chiara Appendino: riflettori puntati su sicurezza e organizzazione dell’evento.
Chiara Appendino, ex sindaca di Torino e attuale parlamentare del Movimento 5 Stelle, è stata condannata a un anno, 5 mesi e 23 giorni di reclusione dalla Corte d’Assise d’Appello di Torino. La sentenza riguarda la tragedia avvenuta il 3 giugno 2017 in Piazza San Carlo, durante la proiezione su maxischermo della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid.
Quella sera, la folla presente fu travolta dal panico a causa di un gruppo di malviventi che utilizzò spray urticante per derubare i presenti, scatenando una fuga disordinata e tragica. Nel caos, 1.600 persone rimasero ferite e due donne, Erika Pioletti e Marisa Amato, persero la vita.
Le responsabilità e il nuovo processo d’appello
Appendino, già condannata in secondo grado a 18 mesi, si era vista ridurre la pena in seguito a una nuova valutazione disposta dalla Cassazione. Pur confermando la sua responsabilità penale, i giudici hanno ricalcolato la condanna a causa di alcune remissioni di querela avvenute nel frattempo. Accanto a lei, è stato condannato con la stessa pena anche Paolo Giordana, ex capo di gabinetto, mentre Maurizio Montagnese, ex presidente dell’agenzia Turismo Torino, è stato assolto.
Secondo i giudici, l’allora sindaca non si era limitata a ideare la proiezione dell’evento, ma aveva contribuito a scegliere il luogo e l’ente organizzatore, senza valutare adeguatamente i rischi legati alla sicurezza. Inoltre, le è stata attribuita negligenza per non aver emesso un’ordinanza anti-vetro, una misura che avrebbe potuto limitare i danni durante il caos.
Il contesto della tragedia: cosa accadde quella sera
Il 3 giugno 2017, in Piazza San Carlo, un maxischermo era stato installato per permettere ai tifosi di seguire la finale di Champions League. La situazione precipitò quando un gruppo di quattro persone, poi condannate a 10 anni di reclusione, utilizzò lo spray urticante per derubare la folla. Temendo un attentato, le persone si diedero alla fuga in modo disordinato, causando il crollo di una ringhiera e una calca fatale.
Le vittime della tragedia furono due donne: Erika Pioletti, deceduta dieci giorni dopo l’evento, e Marisa Amato, morta nel 2019 a causa delle lesioni riportate. L’organizzazione dell’evento e le falle nella gestione della sicurezza sono state al centro del processo.
Dopo l’assoluzione, Maurizio Montagnese ha dichiarato: “Il mio primo pensiero è ancora alle vittime e ai loro familiari. Ho sempre creduto nella mia innocenza, e questa sentenza lo conferma”. La tragedia di Piazza San Carlo ha avuto un impatto profondo sulla città di Torino, sollevando interrogativi sulla gestione degli eventi pubblici e sulla prevenzione dei rischi.
Le conseguenze della tragedia
La condanna di Appendino segna un capitolo cruciale nella vicenda giudiziaria legata a Piazza San Carlo, un evento che ha lasciato una ferita profonda nella memoria collettiva. La sentenza sottolinea l’importanza di una gestione responsabile e previdente negli eventi pubblici, per evitare che simili tragedie possano ripetersi in futuro.
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