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Quando non basta il tempo: la difficile scelta di una figlia tra il lavoro, la famiglia e la cura della madre malata



Mi chiamo Marta, e da quando mia madre si è ammalata, la mia vita è cambiata. Non avrei mai immaginato che mi sarei trovata a dover scegliere tra il mio lavoro, la mia famiglia e prendersi cura di lei. Ma la vita è fatta di sfide, e io avevo deciso di affrontarle con coraggio.



Mamma, che ha sempre avuto una forza incredibile, è stata diagnosticata con una malattia degenerativa. All’inizio, i medici ci hanno detto che non sarebbe stato un percorso facile, ma le sue condizioni sono peggiorate molto rapidamente.

Non ero preparata a vedere la donna che mi aveva cresciuto, sempre forte e indipendente, diventare così fragile. Ma cosa potevo fare? Dovevo stare con lei, darle la mia forza, anche se ogni giorno era un nuovo combattimento contro la stanchezza e il dolore.

Ogni mattina mi svegliavo presto, preparavo la colazione per i miei figli e per mio marito, Alessandro. Poi, correndo, mi vestivo e correvo al lavoro. Non riuscivo a concentrarmi come avrei voluto, pensando sempre a mamma a casa, da sola. Ogni giorno mi chiamava, chiedendomi di venire a casa per aiutarla, ma io sapevo che non potevo. Avevo un lavoro che non potevo permettermi di perdere e una famiglia da sostenere.

Una sera, dopo una lunga giornata, entrai a casa, esausta. I bambini erano a letto, e Alessandro mi stava aspettando. Mi sorrise, ma io potevo vedere la preoccupazione nei suoi occhi.

Alessandro: “Marta, come sta tua madre? Hai parlato con lei oggi?”

Marta: “Sì, l’ho chiamata prima di uscire dall’ufficio. Mi ha detto che si sente sola, che non riesce più a fare nulla da sola.”

Alessandro: “Non puoi continuare a fare tutto da sola. Hai bisogno di aiuto.”

Mi sedetti sul divano, le mani che tremavano. Non riuscivo a trattenere le lacrime.

Marta: “Lo so, ma non posso abbandonare il lavoro, Alessandro. E i bambini… Come posso fare? Non voglio che mia madre soffra, ma non so come posso fare di più.”

Alessandro mi abbracciò, cercando di consolarmi, ma dentro di me sentivo una rabbia silenziosa. Volevo essere in due posti contemporaneamente. Volevo essere la figlia devota che si prendeva cura di sua madre, ma anche la madre che dava tutto ai suoi figli, senza mai chiedere niente in cambio. Ma non potevo. Non c’era abbastanza tempo nella giornata.

Un giorno, dopo una lunga settimana, mamma mi chiamò di nuovo. Non riusciva nemmeno a parlare senza piangere.

Mamma: “Marta, sono qui, sola. Non riesco nemmeno ad alzarmi dal letto. Mi fai compagnia, per favore?”

Mi sentii spezzata dentro. Volevo correre da lei, abbracciarla e dirle che tutto sarebbe andato bene, ma il mio lavoro mi chiamava e i bambini avevano bisogno di me. Ero bloccata.

Marta: “Mamma, ti prometto che verrò appena posso. Ma ora devo andare a letto, domani ho un’altra giornata lunga davanti.”

Mamma: “Va bene, tesoro. Ti voglio bene.”

Mi sentii in colpa. Ogni volta che parlavo con lei, mi rendevo conto che non stavo facendo abbastanza. Non ero la figlia che pensavo di essere. Non stavo onorando come avrei voluto i sacrifici che mia madre aveva fatto per me. Ma avevo il cuore spezzato nel sapere che non potevo fare altro.

Il giorno dopo, dopo una giornata estenuante al lavoro, mi ritrovai a guardare mia madre che dormiva tranquilla sulla sua poltrona. Quando entrai in casa, lei si svegliò e mi sorrise, anche se i suoi occhi erano pieni di stanchezza.

Mamma: “Mi fai un sorriso, Marta? Anche se non posso fare molto da sola, sono felice che tu ci sia.”

Mi inginocchiai accanto a lei, le presi la mano e le risposi:

Marta: “Mamma, sono qui per te. Sempre. Non importa quanto mi sembri difficile, troverò un modo. Lo prometto.”

E in quel momento, mi resi conto che, anche se non avevo tutte le risposte, e anche se la vita era complicata, non dovevo essere perfetta. Dovevo solo esserci, nel miglior modo possibile. La mia famiglia, il mio lavoro e la mia mamma… li avrei amati con tutto il cuore, e questo sarebbe stato sufficiente.



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