In un contesto dove la crisi demografica è un tema centrale e si cerca di incentivare la natalità con bonus occasionali, emerge che quattro donne su dieci in Italia hanno avuto esperienze di parto e post-partum talmente sconvolgenti da non voler più tornare in sala parto.
Questo è uno dei risultati principali della prima indagine nazionale sulla violenza ostetrica condotta dai dipartimenti di statistica delle Università di Padova, Bologna e Bicocca di Milano, sotto la guida della demografa Alessandra Minello, ricercatrice presso il dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università di Padova.
A Fanpage.it, Alessandra Minello ha illustrato i risultati del progetto FORTIES, finanziato dal Pnrr e focalizzato sulla maternità in età avanzata. Questo studio ha dato voce alle esperienze dolorose che molte donne italiane affrontano durante il parto.
La ricerca ha coinvolto 5000 donne di età compresa tra i 25 e i 45 anni, con figli di età tra i 3 e i 10 anni. L’obiettivo principale era esplorare l’esperienza della genitorialità, focalizzandosi sul primo parto per capire se e come influenzi la decisione di avere un secondo figlio.
Il team di ricerca ha esaminato vari aspetti della vita delle madri, dal carico mentale della genitorialità alla depressione post-partum, fino alla violenza ostetrica. I risultati preliminari indicano che il 12% delle partecipanti ha descritto il proprio parto come gravemente traumatico, mentre il 31% lo ha definito moderatamente traumatico, il 32% leggermente e solo il 25% non lo ha trovato traumatico.
Le cause del trauma variano: per i parti cesarei, sia programmati che d’urgenza, il dolore principale era psicologico, legato alla privazione del diritto di avere un accompagnatore presente. Nei parti naturali, invece, il dolore era prevalentemente fisico. Il 33% delle donne ha riferito di aver subito un’episiotomia senza anestesia e il 32% la rottura artificiale delle membrane. Inoltre, al 15% delle donne è stata negata qualsiasi forma di sollievo dal dolore.
La violenza ostetrica si manifesta anche attraverso la minimizzazione del dolore provato dalle madri: “Non sei capace di spingere” è stata una frase sentita dal 10% delle donne, specialmente nel Centro Italia, mentre “Smettila di lamentarti” è stata rivolta al 13%, con una maggiore incidenza al Sud e nelle isole (15%). Molte madri sono state lasciate sole senza supporto nell’allattamento al seno, portando il 28% a vivere un disagio per il ritardo nell’iniziare l’allattamento.
Alessandra Minello ha sottolineato che queste esperienze dolorose possono avere un impatto a lungo termine sulle decisioni riproduttive delle donne. “Il nostro obiettivo fin dall’inizio è stato quello di guardare in generale all’esperienza di genitorialità delle madri”, ha spiegato Minello. “In particolare ci siamo soffermati sull’esperienza del primo parto delle donne per capire se ci fosse una correlazione con l’intenzione e la decisione di avere anche un secondo figlio.”
Questa ricerca offre uno sguardo approfondito su una questione spesso trascurata, evidenziando la necessità di migliorare le pratiche ostetriche e offrire maggiore supporto alle madri durante e dopo il parto. La violenza ostetrica non solo influisce negativamente sull’esperienza del parto stesso, ma può anche scoraggiare le donne dal voler avere altri figli, contribuendo così alla crisi demografica che l’Italia sta cercando di affrontare.
I risultati dello studio sottolineano l’importanza di ascoltare le esperienze delle donne e di apportare modifiche significative al sistema sanitario per garantire che tutte le madri ricevano il rispetto e l’assistenza che meritano durante uno dei momenti più cruciali della loro vita.
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