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Raducanu protesta per un bimbo che piange, si rivolge all’arbitro: “Vuoi davvero lasciarlo lì?”



Durante il torneo di Cincinnati, un episodio curioso ha coinvolto la tennista inglese Emma Raducanu. Nel corso della partita contro la bielorussa Aryna Sabalenka, il pianto di un bambino sugli spalti ha attirato l’attenzione della giocatrice, infastidendola al punto da interrompere il gioco e chiedere l’intervento del giudice di sedia. La situazione ha generato un acceso botta e risposta, culminato con una risposta inattesa da parte dell’arbitro che ha invitato la tennista a proseguire senza ulteriori proteste.



Il momento di tensione si è verificato mentre Raducanu era al servizio. Il pianto persistente del bambino ha distratto la giocatrice, che ha deciso di fermarsi e chiedere ufficialmente all’umpire di intervenire per risolvere il problema. Visibilmente contrariata, la britannica ha espresso chiaramente il suo desiderio di allontanare il bambino dagli spalti, ritenendo il disturbo insopportabile. Tuttavia, la reazione dell’arbitro l’ha lasciata perplessa.

“È un bambino… ma vuoi davvero che lo mandi via dallo stadio?” ha chiesto l’umpire, cercando di far riflettere la giocatrice sulla richiesta avanzata. La risposta di Raducanu è stata diretta: “Sì…”. Nonostante ciò, l’arbitro ha mantenuto una posizione inflessibile, replicando: “D’accordo, posso anche farlo ma per adesso dobbiamo continuare. Andiamo avanti”. La decisione dell’arbitro ha chiuso definitivamente la questione, lasciando Raducanu senza possibilità di ulteriore discussione.


L’episodio si inserisce in un contesto già teso per la tennista inglese. Durante lo stesso incontro, Raducanu era stata ammonita dal giudice di sedia per essersi avvicinata troppo alla postazione del suo coach, violando una regola del protocollo. La giocatrice aveva cercato di giustificarsi, sostenendo di non essere a conoscenza della norma infranta. L’interazione tra Raducanu e il suo allenatore era stata particolarmente evidente nelle fasi finali del primo set, quando i consigli e gli incoraggiamenti ricevuti dalla tennista erano diventati più frequenti e palesi. Questo comportamento aveva spinto l’arbitro a intervenire e a richiamare ufficialmente la giocatrice.

Nonostante le difficoltà incontrate durante il match, inclusi gli episodi legati al pianto del bambino e all’ammonizione ricevuta, Raducanu ha continuato a giocare fino alla fine. La partita si è conclusa con la sconfitta della britannica nel set decisivo, perso di misura contro una solida Sabalenka. A fine incontro, però, la tennista inglese ha mostrato soddisfazione per la sua prestazione, sottolineando i progressi fatti rispetto al passato.

“L’ho spinta al limite più di quanto abbia fatto a Wimbledon – ha dichiarato a margine della gara – Sono molto orgogliosa perché i miei progressi sono evidenti: ha servito e risposto molto bene nei momenti importanti”.

L’episodio del pianto del bambino e il botta e risposta con l’arbitro hanno aggiunto un elemento di curiosità a una sfida già intensa tra due atlete di alto livello. La gestione della situazione da parte dell’umpire ha evidenziato l’importanza di mantenere il focus sul gioco anche in presenza di distrazioni esterne, un aspetto fondamentale nel tennis professionistico.



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