Nel contesto politico e istituzionale, spesso i dettagli di maggiore rilevanza emergono con il passare del tempo. È il caso della recente inchiesta condotta da Report, che riporta alla luce uno dei momenti più delicati della gestione pandemica in Italia: l’introduzione del Green Pass durante il governo Draghi. Al di là delle decisioni, delle tensioni e delle dichiarazioni pubbliche, il programma di Rai 3 ha ricostruito, attraverso documenti riservati, i retroscena che avrebbero collegato la vicenda a un avvertimento formale del Garante della privacy e a un presunto contatto con l’attuale Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Il racconto, che intreccia dinamiche politiche, tutela dei dati personali e strategia comunicativa, riporta all’anno 2021, periodo in cui l’Italia si trovava a bilanciare la sicurezza sanitaria con le libertà individuali. In un clima di forte polarizzazione, le scelte del governo e le posizioni dei partiti si muovevano su un terreno sottile, dove la gestione della privacy si inseriva nel dibattito politico.
Il provvedimento del Garante e le criticità emerse
Secondo quanto riportato da Report, il Garante per la protezione dei dati personali aveva espresso, nel corso del 2021, diverse perplessità in merito all’impianto normativo del Green Pass, ritenendo che alcune disposizioni potessero compromettere aspetti fondamentali della tutela della privacy dei cittadini. Il 23 aprile di quell’anno, coincidente con l’approvazione del decreto sulle riaperture e l’introduzione del certificato verde da parte del governo Draghi, il Garante inviava un avvertimento formale all’esecutivo, evidenziando le criticità connesse alla gestione dei dati sensibili.
Dai documenti visionati da Report, risulterebbe che Agostino Ghiglia, membro dell’Autorità garante, avrebbe informato personalmente Giorgia Meloni del contenuto del provvedimento. All’epoca, Fratelli d’Italia rappresentava l’unico partito di opposizione e si opponeva fermamente all’introduzione del Green Pass, considerandolo uno strumento discriminatorio e inefficace.
Il servizio di Report evidenzia un significativo dettaglio politico: nello stesso giorno dell’avvertimento del Garante, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si sarebbe congratulata con il Presidente del Garante della Privacy, Agostino Ghiglia, per l’intervento dell’Autorità. Poche ore dopo, la leader di Fratelli d’Italia ha rilasciato una dichiarazione ufficiale alle agenzie di stampa: “Certificazioni verdi? È l’ennesima falla di un decreto inaccettabile che Fratelli d’Italia contrasterà con forza”.
Un tempismo che, secondo la ricostruzione della trasmissione, suggerirebbe un coordinamento tra la posizione istituzionale del Garante e quella politica dell’opposizione. Il tema non riguarda esclusivamente la critica al decreto, ma anche la possibile connessione informativa tra l’organismo preposto alla tutela della privacy e chi, sul piano politico, contestava la gestione del governo Draghi.
Il contesto politico e la polemica sul Green Pass
Nel 2021, la questione del Green Pass aveva polarizzato l’opinione pubblica e alimentato un acceso confronto tra le forze politiche. Da un lato, coloro che sostenevano l’importanza dello strumento per contenere la pandemia e garantire la riapertura delle attività economiche; dall’altro, coloro che lo consideravano una misura eccessiva, lesiva delle libertà individuali e della riservatezza.
In questo contesto, Fratelli d’Italia, allora all’opposizione, guidava la critica più incisiva contro il certificato verde, mentre il governo Draghi difendeva il provvedimento come necessario per la sicurezza sanitaria del Paese. Le dichiarazioni del Garante della privacy, riportate ora da Report, aggiungono un elemento delicato alla storia politica di quei mesi, in cui i confini tra istituzioni indipendenti e confronto politico apparivano particolarmente labili.



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