Il leader della Lega, Matteo Salvini, è stato oggetto di contestazioni intense tra lunedì 22 e martedì 23 settembre nel corso del suo tour elettorale nelle Marche, in vista delle prossime elezioni regionali. A San Benedetto del Tronto, Offida e Ascoli Piceno, il vicepremier e ministro dei Trasporti è stato accolto da cori, fischi e striscioni da parte di manifestanti che criticavano il suo sostegno al governo israeliano e al premier Benjamin Netanyahu.
I manifestanti, tra cui attivisti dei collettivi Caciara e Casa Rossa e membri del Partito Democratico, hanno esposto cartelli con frasi come: “Un minuto di silenzio per ogni morto a Gaza. Salvini taci per sempre”, “Scodinzoli per Netanyahu. Salvinibau bau bau”, “Governo complice dei criminali di guerra Netanyahu e Almasri” e “Palestina libera”.
All’inizio, Salvini ha risposto con sarcasmo alle contestazioni, definendo la situazione “il bello della democrazia”. Ha però aggiunto una riflessione critica: “L’unica cosa che penso è che se ci fosse un pranzo del Pd e ci fossero dei leghisti, li avrebbero portati via di peso da mezz’ora. Ma siamo diversi. Mi fanno un mix di pena e di tenerezza”.
Successivamente, lontano dalle telecamere, Salvini ha manifestato apertamente il suo fastidio rivolgendosi agli uomini della sicurezza presenti sul posto. Ha detto: “Non è possibile che siano autorizzati a stare di fronte, conosco la gestione dell’ordine pubblico, non è possibile che arrivino a 5 metri da me. Non si riesce manco a parlare. Se arriva qualcuno qui a darmi dell’assassino mi girano i co**i eh?!”, facendo riferimento alla sua esperienza come ministro dell’Interno.
@momentidicasaSalvini contestato ad Ascoli per il sostegno a Israele perde la pazienza- “Come fanno a essere a 5 metri da me?”
Durante la sua visita ad Ascoli Piceno, Salvini ha anche commentato l’iniziativa della Sumud Flotilla, definendola un rischio per chi si avvicina a zone di conflitto, sia in Ucraina che in Palestina. Ha espresso il proprio impegno, concludendo: “Io sono impegnato per la rottamazione delle cartelle dell’agenzia delle entrate: c’è chi usa il suo incarico politico per andare verso Gaza, io uso la fiducia degli italiani per chiudere milioni di cartelle esattoriali, tenendo il Paese in ostaggio.”
Gli scontri e le proteste che hanno accompagnato questi eventi hanno confermato la divisione netta presente nel dibattito pubblico italiano sul tema della guerra in Medio Oriente, con le regioni delle Marche teatro di scontri e polemiche in vista del voto regionale.



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