Dalla mattina di oggi migliaia di persone stanno manifestando in numerose città italiane per esprimere solidarietà alla popolazione di Gaza e agli attivisti della Global Sumud Flotilla, ancora trattenuti in Israele. Secondo le stime fornite dai sindacati, in piazza sono scese circa 300mila persone a Roma, 100mila a Milano e 50mila a Napoli, con cortei che hanno interessato anche Torino, Firenze, Genova e altre città.
L’iniziativa si lega alle tensioni politiche sorte in seguito al fermo degli oltre 400 attivisti della Flotilla, tra cui si trovavano anche quattro parlamentari italiani – Marco Croatti (M5S), Benedetta Scuderi (Avs), Arturo Scotto e Annalisa Corrado (Pd) – già rientrati in Italia dopo la liberazione. I racconti dei parlamentari parlano di controlli serrati, schedature e una notte difficile trascorsa sotto custodia.
Sul fronte interno, lo sciopero ha generato forti polemiche. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha definito la mobilitazione “illegittima” e ha avvertito che i partecipanti rischiano sanzioni. Inoltre, ha annunciato l’intenzione di proporre un inasprimento delle multe per chi non rispetterà in futuro le regole previste sugli scioperi. Anche la premier Giorgia Meloni ha criticato la protesta, parlando di “weekend lungo” e di un’iniziativa inutile rispetto alla situazione in Palestina.
La Commissione di garanzia sugli scioperi ha giudicato illegittima la proclamazione da parte di Cgil e Usb, in quanto non è stato rispettato il preavviso di dieci giorni previsto dalla legge 146 del 1990. Tuttavia, i sindacati hanno rivendicato la scelta, sostenendo che l’obbligo non si applica in caso di gravi violazioni dell’ordine costituzionale o di eventi che minacciano la sicurezza dei lavoratori. Per le sigle promotrici, l’arresto in acque internazionali di giornalisti e attivisti italiani rappresenta una ragione sufficiente per proclamare la protesta senza attendere i termini di legge.
Dal punto di vista delle sanzioni, a rischiare non sono i singoli lavoratori ma i sindacati. La normativa attuale prevede infatti multe comprese tra 2.500 e 50mila euro per le sigle che indicono scioperi senza il preavviso richiesto. I partecipanti, dunque, non sono punibili. Parallelamente, un altro sciopero indetto da Si Cobas nei tempi previsti è stato ritenuto pienamente legittimo, garantendo ai lavoratori la possibilità di aderire senza alcuna conseguenza.
La contrapposizione tra governo e piazze mette in luce due visioni contrapposte: da un lato l’esecutivo, che invoca il rispetto delle regole e contesta l’utilità di simili manifestazioni; dall’altro i sindacati e una parte significativa dell’opinione pubblica, che vedono nello sciopero uno strumento necessario per mantenere alta l’attenzione internazionale sulla crisi umanitaria di Gaza e per chiedere la liberazione degli attivisti della Flotilla.
Il messaggio emerso dalle piazze italiane è quello di voler dare voce a chi, nelle zone di conflitto, non può più farlo. Una partecipazione che, secondo le organizzazioni promotrici, testimonia la volontà di condannare le violazioni del diritto internazionale e di ribadire la richiesta di pace e giustizia per la popolazione palestinese.



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