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Scontro Macron-Dragoni, il giornalista lo ridimensiona in diretta: “Non dimentichiamo le offese di questi anni”



La Francia ci prende a pesci in faccia da anni, diciamocelo. Nel 2018, il tizio che fa da portavoce a Macron ci ha dato dei vomitevoli per come gestiamo i migranti. Nel 2023, Darmanin ha detto che Meloni è incapace di fare il suo lavoro. E dopo le elezioni del 2022? La premier Borne ci ha praticamente trattati come la sua colonia personale, dicendo che avrebbe “vigilato” sull’Italia. Ma guai se Salvini risponde per le rime e dice a Macron di “attaccarsi al tram” — subito crisi diplomatica, Parigi chiama l’ambasciatore, e sembra che abbiamo commesso chissà quale sacrilegio. Loro possono sputarci addosso, noi invece giù la testa e zitti.



E la sinistra? Invece di difendere un minimo il Paese, si mette a tappetino davanti a Parigi, pronta a linciare Salvini e Meloni solo per fare un favore a Macron. Ma che schifo d’ipocrisia, dai! (VIDEO)


La sinistra italiana ormai fa il tifo per Macron

Per capire come siamo messi: meno di un anno fa, durante la festa di Avs, Riccardo Magi di +Europa si è preso una fischiata epica dal pubblico di Bonelli e Fratoianni. Tutto per la solita storia delle armi all’Ucraina. Magi era (ed è) favorevole a mandare aiuti militari a Kiev, mentre quelli di Avs e pure il M5S continuano a presentare mozioni per bloccare tutto. Insomma, Avs è contro l’escalation militare in Ucraina, specialmente se si parla di mandare soldati, come invece vorrebbero certi Stati europei, Francia in testa.

Eppure, ieri Bonelli si è schierato proprio con Macron nella polemica con Salvini sul possibile invio di truppe in Ucraina. Ma non era quelli “pace, non armi”? Si vede che quando c’è di mezzo Salvini, ogni coerenza va a farsi benedire…

Bonelli ha dichiarato: «Meloni dovrebbe censurare le parole del suo vicepremier che hanno provocato un incidente diplomatico tra Italia e Francia. Che i militari italiani non debbano andare in Ucraina è fuori discussione, ma con il linguaggio da osteria Salvini dimostra di non essere adeguato al ruolo che ricopre». Tradotto: Salvini dice cose giuste, ma siccome parla come uno qualunque, bisogna comunque stare con la Francia.

MAI UNA VOLTA CHE SI PARLI DEL MERITO

Poi c’è Sandro Gozi, eurodeputato di Renew Europe — cioè, letteralmente il partito gemello di Macron in Europa — che ovviamente chiede a Meloni di prendere le distanze da Salvini. Nessuna sorpresa. Ma pure altri parlamentari non si fanno problemi a difendere la Francia contro di noi senza nemmeno entrare nel merito della questione. Carlo Calenda, ad esempio, manco commenta la sostanza: «Salvini, come al solito, usa toni che non puoi usare se sei vicepremier. Non è che non si possa criticare un altro capo di Stato, anche a me Macron ha fatto storcere il naso, ma non puoi parlare come fossi al Bar dello Sport».

Insomma: la sostanza non interessa a nessuno. Basta che Salvini apra bocca che scatta la gara a chi si schiera prima con Parigi. E poi parlano di dignità nazionale… ma per favore!



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