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Scoppia la polemica: l’assessora usa il fiocco arcobaleno e attacca l’azzurro come simbolo del patriarcato



L’assessora al sociale del Comune di Padova, Margherita Colonnello, torna al centro delle cronache dopo aver mantenuto la promessa fatta pubblicamente lo scorso 31 maggio durante il gay pride cittadino. In quell’occasione, incinta di sei mesi, aveva dichiarato dal palco: “Non ti regalerò né il fiocco rosa né quello azzurro. Ti regalerò un fiocco arcobaleno perché i colori sono tutti bellissimi! E poi sceglierai tu: sarà il rosa, sarà il blu, o il verde, il rosso o il giallo. E poi deciderai tu. Spero solo che tu non scelga mai i colori della paura, né di diventare xenofoba oppure omofobo”.



Nei giorni scorsi, dopo la nascita del figlio, Colonnello ha dato seguito a quanto annunciato, scegliendo di esporre fiocchi arcobaleno al posto dei tradizionali simboli di colore rosa o azzurro. Un gesto che ha immediatamente riacceso il confronto politico e culturale sul tema della libertà di identità e sulla cosiddetta “ideologia gender”, con opinioni fortemente contrapposte.

Secondo quanto riportato dalla stampa locale, l’assessora ha voluto ribadire l’importanza di un approccio inclusivo ed educativo per il proprio figlio, sottolineando che il colore arcobaleno rappresenta un simbolo di rispetto e libertà, senza vincoli predefiniti. La scelta, tuttavia, non è stata accolta in maniera unanime e ha provocato critiche da parte di alcune forze politiche e associazioni, che hanno accusato la rappresentante del Comune di Padova di aver strumentalizzato un neonato a fini ideologici e politici.

Molti esponenti del centrodestra hanno espresso perplessità sull’iniziativa. Secondo le dichiarazioni raccolte, esiste il rischio che un bambino possa crescere senza punti di riferimento chiari, in un contesto di confusione educativa. In alcuni interventi è stato sottolineato come “i bambini abbiano bisogno di certezze, di stabilità e di valori solidi”, e che l’identità biologica di una persona non possa essere messa in discussione da simboli politici.

Allo stesso tempo, voci del centrosinistra hanno difeso l’assessora, evidenziando come la scelta dei fiocchi arcobaleno sia un gesto simbolico che non cancella le differenze biologiche, ma vuole trasmettere un messaggio di apertura e rispetto verso tutte le possibili identità. In quest’ottica, l’iniziativa di Colonnello viene vista come una provocazione culturale volta a stimolare un dibattito più ampio sul tema dei diritti civili e della lotta alle discriminazioni.

La vicenda ha avuto ampia risonanza mediatica, trovando spazio non solo sui giornali locali, ma anche a livello nazionale. In particolare, diversi commentatori hanno evidenziato come la politica padovana abbia reso pubblica la sua gravidanza e la nascita del figlio trasformandole in un’occasione di riflessione collettiva su un tema che divide da tempo l’opinione pubblica.

Il dibattito sui simboli utilizzati alla nascita di un bambino, che di solito vedono l’alternativa tra fiocco rosa e fiocco azzurro, si è così spostato sul significato più profondo della scelta di un colore arcobaleno. Per alcuni è un passo avanti verso una società più inclusiva; per altri rappresenta un eccesso ideologico che rischia di confondere ruoli e identità consolidate.

Nella sua prima dichiarazione dopo il parto, Colonnello ha confermato la sua volontà di mantenere fede a quanto annunciato, ribadendo che “l’educazione parte dal rispetto e dall’inclusione” e che il simbolo scelto vuole trasmettere un messaggio positivo e universale.

La scelta della politica padovana non è isolata. In diverse città europee e nordamericane, infatti, simboli arcobaleno sono stati adottati in contesti legati alla nascita e alla crescita dei bambini come segnale di apertura e accoglienza. Tuttavia, nel contesto italiano, il gesto ha assunto un significato fortemente divisivo, alimentando polemiche e reazioni contrastanti.

Il caso di Padova dimostra ancora una volta come temi legati all’identità, alla sessualità e alla libertà individuale siano destinati a occupare un posto centrale nel dibattito politico e culturale. La scelta di Margherita Colonnello ha fatto emergere sensibilità diverse: da un lato chi considera l’arcobaleno un simbolo universale di amore e uguaglianza, dall’altro chi lo interpreta come una forzatura ideologica su un tema che dovrebbe restare fuori dalla politica.

In ogni caso, la vicenda ha acceso i riflettori sull’importanza di un confronto equilibrato e rispettoso, evitando semplificazioni o eccessi retorici. Al centro resta un neonato, accolto da un fiocco arcobaleno che, nel bene o nel male, ha già suscitato una discussione nazionale.



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