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“Se perde anche lì è finita”: tensione nel M5S, Conte appeso al risultato della Toscana



In Calabria, la recente sconfitta elettorale di Pasquale Tridico, europarlamentare e figura di spicco del Movimento 5 Stelle, ha messo in luce una crisi profonda all’interno del partito. Nonostante fosse sostenuto da Giuseppe Conte, l’ex presidente del Consiglio, i risultati delle elezioni non hanno premiato il M5S, che ha ottenuto un modesto 6,48%, quasi identico al 6,43% registrato nel 2021. Questo esito evidenzia un distacco significativo tra la leadership del partito e la base pentastellata, che sembra disinteressata alla direzione intrapresa.



Il centrodestra, guidato da Roberto Occhiuto, ha dominato le elezioni, superando il M5S di ben 16 punti. Forza Italia si è affermata come il primo partito in Calabria, con un consenso del 17,98%, mentre la lista di Occhiuto ha ottenuto il 12,3%. In totale, l’area di riferimento di Forza Italia raggiunge il 30%, mentre Fratelli d’Italia, pur crescendo fino all’11,6%, rimane indietro di quasi 20 punti. Questo squilibrio di potere avrà ripercussioni significative sul numero di consiglieri regionali e assessori nella giunta.

Un aspetto sorprendente di queste elezioni è la crescita della Lega, che ha visto un incremento dal 8,3% al 9,4%, passando da 63.000 a 71.000 voti. Questo risultato è attribuibile in parte alla promessa del Ponte sullo Stretto, che ha attirato l’attenzione di molti elettori, premiando Matteo Salvini per il suo impegno in favore di questa grande opera.

La sconfitta di Tridico ha suscitato preoccupazione all’interno del Movimento. Emanuele Buzzi, per il “Corriere della Sera”, riporta che il risultato è stato percepito come “una brutta botta” e che c’è la necessità di recuperare rapidamente in vista delle prossime elezioni in Toscana. I membri del M5S sono focalizzati sulla percentuale di lista, cercando di interrompere un trend negativo che dura da due anni, coincidente con l’alleanza con il centrosinistra. Il dato di riferimento per il partito era il 6,3%-6,5% ottenuto nelle ultime elezioni regionali, mentre alle europee del 2024 il M5S aveva raggiunto il 16,2%. A tre quarti dello spoglio, il risultato attuale è di 6,3%, e alcuni membri sostengono che “invertire rotta anche di poco può essere determinante”.

Tridico ha espresso la sua “grande delusione” per il risultato, mentre Conte ha cercato di minimizzare l’impatto della sconfitta. Ha affermato: “Dobbiamo solo dire grazie a Pasquale Tridico. Per amore della propria terra di origine ha generosamente accettato, in condizioni di emergenza, di candidarsi”. Il presidente del M5S ha sottolineato che si tratta di “elezioni molto particolari, convocate in fretta e furia”, e ha messo in evidenza la necessità di affrontare il problema dell’astensionismo, che ha colpito in particolare gli elettori pentastellati.

La questione dell’alleanza con il centrosinistra e il “rinnovamento contiano” sta cominciando a sollevare interrogativi all’interno del Movimento. Alcuni membri segnalano che “ora il centrosinistra e il Movimento si ritrovano appesi a Roberto Fico“, evidenziando che le elezioni in Campania potrebbero risultare decisive per la coalizione. Questa situazione ha portato a riflessioni su una possibile rimodulazione della geografia interna al M5S: “Se Fico vince, Conte sarà costretto a riesumare i vecchi big: è la dimostrazione che i volti del nuovo corso non funzionano”.

Nonostante le tensioni interne, i vertici del M5S cercano di mantenere una posizione unitaria, minimizzando le aspettative su un ritorno dei volti storici. Conte ha gestito le trattative per la Campania, e il risultato politico è considerato principalmente frutto del suo operato.



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