I carabinieri di Sulmona hanno condotto ieri mattina una perquisizione nelle abitazioni di due giovani, di 14 e 18 anni, accusati di atti di violenza sessuale nei confronti di una ragazzina di soli 12 anni. Secondo le indagini, la vittima sarebbe stata abusata e ricattata attraverso foto e video, costretta a subire ulteriori prestazioni sessuali e minacciata affinché non parlasse con nessuno. La situazione è emersa quando i video hanno iniziato a circolare tra le chat di Whatsapp, spingendo la ragazza a confidarsi con i genitori e a denunciare i due ragazzi, che inizialmente considerava amici intimi, ma che si sono trasformati in aguzzini in breve tempo.
La denuncia ha attivato un’indagine da parte della procura dei Minori dell’Aquila e di quella di Sulmona. I militari del nucleo operativo hanno perquisito le abitazioni e i mezzi dei sospetti, sequestrando telefoni, tablet, computer e memorie digitali. Le violenze sarebbero durate fino a luglio scorso, quando un video che ritraeva la vittima in atteggiamenti espliciti con uno dei due giovani è stato condiviso su chat di altri adolescenti. Le accuse formulate nei loro confronti comprendono violenza sessuale aggravata, considerando che la vittima ha meno di 14 anni, e revenge porn. I due ragazzi avrebbero registrato e diffuso video, utilizzandoli per estorcere ulteriori prestazioni sessuali.
Tutti e tre i protagonisti della vicenda sono di origine straniera ma nati e cresciuti in Italia, tra Sulmona e un piccolo paese limitrofo. Il materiale sequestrato è stato inviato alle procure competenti, dove un perito avrà il compito di esaminare chat e video, alla ricerca di prove tangibili della violenza subita dalla giovane. È attiva anche una rete di assistenza sociale e psicologica per supportare la vittima in questo difficile momento. Nei prossimi giorni è previsto un interrogatorio protetto sia per la presunta vittima che per il quattordicenne coinvolto.
La situazione ha sollevato preoccupazione e indignazione nella comunità di Sulmona, dove il tema della sicurezza dei minori è diventato sempre più urgente. Le autorità locali stanno monitorando da vicino l’evoluzione delle indagini, mentre i genitori e gli educatori sono stati invitati a prestare attenzione ai segnali di disagio tra i giovani. La diffusione di contenuti inappropriati e la violazione della privacy tramite i social media rappresentano una questione critica, che richiede un intervento tempestivo e coordinato da parte di tutte le istituzioni coinvolte.
In questo contesto, il supporto psicologico per la vittima è considerato fondamentale. Gli esperti sottolineano l’importanza di creare un ambiente sicuro e di fiducia, dove i giovani possano sentirsi liberi di esprimere le proprie esperienze e ricevere l’aiuto di cui hanno bisogno. La collaborazione tra forze dell’ordine, servizi sociali e scuole è essenziale per prevenire futuri episodi di violenza e per garantire che i minori possano crescere in un ambiente protetto.
Le indagini proseguono, e la comunità di Sulmona resta in attesa di sviluppi significativi. È cruciale che i responsabili di tali atti vengano identificati e puniti, non solo per giustizia nei confronti della vittima, ma anche per inviare un chiaro messaggio che tali comportamenti non saranno tollerati. La speranza è che questo caso possa fungere da monito per tutti, affinché si possa lavorare insieme per garantire un futuro più sicuro per i giovani.



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