Un tragico evento ha sconvolto la comunità di Tivoli, nella Città Metropolitana di Roma. Una bambina di due anni ha perso la vita giovedì 11 dicembre all’interno di un asilo nido della cittadina. L’episodio, secondo le prime ricostruzioni, si è verificato durante l’ora del riposino pomeridiano, intorno alle 15.30.
La piccola, che secondo la routine avrebbe dovuto essere riconsegnata ai genitori, non si è svegliata. Una delle educatrici, accortasi che qualcosa non andava, ha tentato invano di risvegliarla, per poi allertare immediatamente i soccorsi tramite il numero unico di emergenza 112.
Sul posto è intervenuto prontamente il personale sanitario, che ha iniziato le manovre di rianimazione in loco. Vista la gravità delle condizioni, la bambina è stata trasportata d’urgenza al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli, situato a poche centinaia di metri dalla struttura educativa.
Nonostante i tentativi disperati e prolungati dei medici, ogni sforzo è risultato vano. Il decesso della piccola è stato purtroppo dichiarato intorno alle 16.30, circa un’ora dopo il ritrovamento.
Sulla vicenda è stata immediatamente informata la Procura della Repubblica di Tivoli, che ha aperto un fascicolo d’indagine per fare piena luce sulla dinamica e sulle cause dell’accaduto. Gli agenti della Polizia di Stato hanno svolto i primi accertamenti, ascoltando il personale presente in asilo e acquisendo ogni elemento utile.
Attualmente, l’ipotesi principale è che la bimba sia stata colta da un malore improvviso. La salma è stata posta sotto sequestro a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, che ha disposto l’autopsia. L’esame autoptico sarà fondamentale per stabilire con certezza le cause della morte, chiarendo se si tratti di un evento riconducibile a cause naturali o se emergono eventuali responsabilità.
La tragedia riaccende i riflettori sulla sicurezza e sul protocollo di sorveglianza nei momenti di riposo all’interno delle strutture per l’infanzia, un tema delicato e sensibile che tocca da vicino migliaia di famiglie. La comunità tiburtina è sotto choc, in attesa di risposte che possano, almeno in parte, spiegare l’irreparabile.



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