Il presepe vivente di Galatone, in provincia di Lecce, quest’anno ha avuto un attore inaspettato. Flavio Filoni, sindaco della cittadina salentina, era in giro per le vie del centro sabato 6 dicembre quando ha notato qualcosa di insolito tra le tradizionali figure di cartapesta della natività allestita dalla Pro Loco. “All’inizio nulla di strano”, racconta, “ma poi una di quelle sagome ha iniziato a muoversi”.
Il primo cittadino si è avvicinato e ha intimato all’uomo di uscire. La risposta è stata sorprendente: l’uomo sosteneva che quello fosse “casa sua”. Il sindaco è rimasto a osservare la scena per circa venti minuti, nel frattempo ha allertato l’assessore alla cultura e fatto intervenire la Polizia Locale.
Sul posto sono giunti il vicecomandante Marco Miccoli e gli agenti Davide Rizzo e Vincenzo Guido, che hanno portato l’uomo presso il comando per l’identificazione. L’operazione ha rivelato che si trattava di un 38enne originario del Ghana, ricercato per l’esecuzione di una pena detentiva. La Procura di Bologna aveva infatti emesso nei suoi confronti un provvedimento di carcerazione per una condanna a 9 mesi e 15 giorni, conseguente ai reati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate.
Secondo la ricostruzione, l’uomo si sarebbe rifugiato all’interno del presepe per circa un’ora, dopo essere stato avvistato mentre percorreva la strada tra Galatina e Galatone alle prime luci dell’alba. Dopo l’identificazione, è stato trasferito nella casa circondariale di Lecce per scontare la sua pena.
L’episodio, che ha dell’incredibile, sottolinea come i natalizi allestimenti possano trasformarsi in scenari inattesi, e mette in luce la prontezza degli uffici comunali e delle forze dell’ordine locali nel gestire situazioni fuori dall’ordinario. Il presepe di Galatone, normalmente simbolo di pace e tradizione, è diventato per qualche ora il palcoscenico di una fuga finita in manette.



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