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Sondaggi politici, sorprese e crolli imprevisti: chi arretra e chi avanza in vista delle Regionali



Con la fine dell’estate ormai vicina e le piogge che hanno interrotto il caldo degli ultimi giorni, il panorama politico italiano si prepara ad affrontare un autunno elettorale significativo. In diverse regioni, tra cui Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto, gli elettori saranno chiamati alle urne. In attesa di conoscere date precise e candidati, i sondaggi nazionali delineano già un quadro chiaro delle forze politiche in campo.



Il centrodestra continua a essere la coalizione dominante, con Fratelli d’Italia che si conferma il partito di maggioranza relativa a livello nazionale. Secondo le rilevazioni più recenti, il partito guidato dalla premier Giorgia Meloni si attesta al 30,5%, in crescita costante rispetto ai mesi precedenti. Un risultato che consolida la leadership del centrodestra, anche se la coalizione nel suo complesso si ferma al 48,1%.

La fiducia nel governo rimane invece più elevata, raggiungendo quota 50%. Questo dato sottolinea come, al di là delle singole forze politiche, l’esecutivo continui a mantenere un consenso significativo tra i cittadini.

Alle spalle di Fratelli d’Italia, il Partito Democratico guidato da Elly Schlein si conferma la principale forza di opposizione. I sondaggi collocano il PD intorno al 24,5%, un dato stabile che conferma la seconda posizione ma senza segnali di crescita.

Il Movimento 5 Stelle, pur lontano dai livelli di consenso che aveva raggiunto in passato, mostra piccoli segnali di ripresa. Le rilevazioni variano: per l’istituto Noto il M5S sale all’11,5%, con un incremento di mezzo punto percentuale in un mese, mentre il Corriere gli attribuisce un risultato più consistente, pari al 14,3%. A influenzare positivamente il consenso del Movimento, secondo gli analisti, sarebbe la linea autonoma tenuta da Giuseppe Conte su temi di politica internazionale.

Le forze minori del centrodestra restano pressoché stabili. La Lega, guidata da Matteo Salvini, oscilla tra l’8,5% e il 9,1% a seconda delle rilevazioni, mentre Forza Italia si colloca in un intervallo compreso tra l’8,1% e il 9,2%. Questi dati confermano la solidità della coalizione guidata da Meloni, anche se con partiti alleati in posizione marginale rispetto al ruolo predominante di Fratelli d’Italia.

Nel campo progressista, l’Alleanza Verdi-Sinistra si attesta su valori compresi tra il 5,5% e il 5,8%. Noto segnala un leggero calo, che però non sembra modificare in maniera sostanziale il peso politico della formazione.

Le difficoltà maggiori si registrano invece nel fronte centrista. Azione, guidata da Carlo Calenda, oscilla tra il 2,5% e il 3,5%, mentre Italia Viva di Matteo Renzi si muove tra il 2,2% e il 2,9%. Anche +Europa mantiene valori contenuti, compresi tra l’1,5% e il 2,4%. Una situazione che conferma la fase di debolezza del centro, incapace al momento di intercettare un consenso ampio e competitivo con le principali forze politiche.

In questo scenario, il voto regionale di autunno sarà un test importante per misurare il radicamento dei partiti sui territori. Nonostante l’assenza di indicazioni ufficiali su candidati e date, i numeri a livello nazionale offrono già indicazioni chiare. Fratelli d’Italia si conferma in testa con un consenso stabile e in crescita, il Partito Democratico mantiene il ruolo di principale opposizione, mentre il Movimento 5 Stelle cerca di recuperare terreno.

Il centrodestra, pur fermandosi al 48,1% come coalizione, resta in posizione dominante, mentre il centrosinistra, anche sommando le forze minori, non riesce a colmare il divario. Il fronte centrista, invece, rimane marginale, frammentato e debole nei consensi.



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